Francesco & Gennaro ” Vi raccontiamo il primo matrimonio omosessuale a Cerignola”

Francesco & Gennaro ” Vi raccontiamo il primo matrimonio omosessuale a Cerignola”

12 Maggio 2019 0 Di Vincenzo Barnabà

Ad un anno di distanza dal proprio matrimonio ed una piccola parentesi con il brand “Black Hope”, abbiamo incontrato Francesco e Gennaro per farci raccontare le emozioni raccolte nel primo matrimonio omosessuale festeggiato a Cerignola.


INTERVISTA


Come vi siete conosciuti?
Gennaro: Lui sostiene di esserci incontrati in un locale di Pisa, ma io sinceramente non lo ricordo. Dai suoi ricordi sostiene il fatto che io gli abbia servito un cocktail e che io stesso l’avessi notato. Ma non ricordo. Dal mio punto di vista ci siamo conosciuti in una chat che io stesso installai tre giorni prima del suo messaggio. Questa chat è Grindr. Lui mi scrisse un semplicissimo “Ciao” e nell’arco di tre giorni ci siamo incontrati per un caffè. Da questo incontro in poi ho cercato di mettere a nudo immediatamente la persona che avevo difronte, ma non perché io sia uno stronzo ma bensì perché io amo andare oltre all’apparenza. Ho investigato, scavato, l’ho riempito di domande e forse gli ho dato modo (in più di un’occasione) di sentirsi in imbarazzo. Perché mi comportavo così? Il mondo omosessuale è pieno di superficialità ma io, in quel momento, ero arrivato ad un’età che cercavo qualcosa di più stabile. Insomma, non volevo più perder tempo dietro ad una relazione priva di fondamenta.


Francesco: Mi colpì molto la sua immagine profilo: Era un tramonto. Rimasi affascinato da quella foto perché non era la classica fotografia raffigurante un sedere o quant’altro, ma ero un semplice tramonto. Ho pensato immediatamente che fosse diverso come uomo ed è per questo che ho deciso di contattarlo. Mi sono subito detto:” Finalmente qualcuno di intelligente in questa chat!”. Quando ci siamo incontrati, poi, lui mi teneva a distanza e questo mi ha affascinato ancor di più. Ho capito sin da subito che lui volesse capire la mia essenza e quando le sue domande entravano sempre più nel personale ero turbato ma poi ho capito che lui voleva solo conoscere il mio vero “Io” e ho mollato la presa. Solitamente agli inizi di una relazione tutto è molto leggere, invece la nostra è partita in una chiave differente.


Il primo grande step superato?
Gennaro: Abbiamo capito che potevamo superare vari ostacoli sin da subito ma quando Francesco mi ha regalato la famosa fedina di fidanzamento, ho compreso che quello che stavamo costruendo era realtà e non finzione. Quando ci ha regalato questi anelli, io non potevo che rimanere sorpreso dal gesto ma non perché non me l’aspettassi ma bensì perché avevo realizzato il fatto che Francesco stesse credendo in questo sentimento. Qui c’è da sottolineare che il mio compagno, fino a prima del mio arrivo, era uno di quegli uomini che si adattava alle persone che aveva difronte. Era superficiale insomma. Ed è proprio questo dettaglio che mi ha fatto apprezzare la sua scelta.


Francesco: Ho preso tale decisione perché comunque si arriva ad un momento dove si sente il bisogno di cercare il proprio punto fermo e quando io ho realizzato che Gennaro poteva esserlo, ho pensato bene di faglielo capire.


Chi ha fatto il grande passo nella vostra coppia?
Gennaro: Sono arrivato alla dichiarazione ponderando il bagaglio di emozioni vissuto fino a quel momento. Diciamo che la convivenza alle spalle mi ha aiutato a capire che quello che stavo per fare, fosse la scelta corretta. Qui, io ho imparato una grande cosa: “Imparare ad amare i difetti di una persona!” ed ho scoperto il lato migliore di Francesco. Basandomi su questo, ho acquistato un anello con un diamante in un paesino disperso della Toscana perché volevo fortemente regalarglielo il giorno di Natale. Avevo le idee chiare sulla mia proposta di matrimonio: Volevo un bel locale, una cenetta intima e un semplice anello che usciva dal dessert. Ma tutto è stato tranne che “Intimo e privato”: Presi accordi con una PR di un locale e tutto si era costruito attorno alla mia idea ma ahimè quella sera il locale rimase chiuso a causa di problemi tecnici imprevisti e ci hanno dovuto spostare in un altro locale. Diciamo che qui l’imbarazzo è nato sin da subito perché il proprietario stava immediatamente per svelare la sorpresa ma devo ammettere che la PR a cui mi ero affidato è stata astuta e ha usate bene le sue carte per non far trapelare nulla. La cena prosegue bene ma quando arriva il momento del dolce, l’arrivo dell’anello (accompagnato da Champagne) e la scritta sui muri “Keep calm and Francesco e Gennaro sposi” mentre in sottofondo un giovane Umberto Tozzi cantava “Ti amo”, hanno rovinato l’idea di semplicità immaginata. Ma alla fine, tutto sommato, è andata bene.


Francesco: C’è stato un momento di imbarazzo, lo ammetto, ma quando lui mi ha chiesto “Vuoi sposarmi?”, le emozioni sono stati più forti della cornice creata attorno. Sono una persona riservata, anche se non si direbbe, e vivere una scena così plateale sicuramente mi ha destabilizzato ma poi, quando abbiamo passato il resto della serata a chiacchiere su come doveva essere questo evento, mi sono rasserenato e ho sorriso. Che sia chiaro, ho risposto: “Si”.


Perché sposarsi a Cerignola e com’è stato?
Gennaro: La maggior parte degli invitati era cerignolana e quindi non potevamo fare altrimenti. Poi, diciamo che al nord non vi è la cultura del Matrimonio come in Puglia e noi non volevamo fare il classico rito civile in comune e trattoria ma cercavamo qualcosa di più elaborato ed in questo le location pugliesi non hanno rivali.


Francesco: Quando abbiamo iniziato a progettare il nostro matrimonio, stranamente ci siamo trovati in simbiosi su tante cose ed abbiamo curato insieme tutti gli elementi che lo rappresentavano. Ad esempio, l’invito è stato progettato in una tipografia storica di Lucca dove oltre al colore personalizzato, abbiamo accolto il consiglio di omettere la terminologia “Unione Civile” per scrivere semplicemente “Matrimonio”. Ecco, qui la cosa che sicuramente ci ha stupito è stata la gentilezza trovata nella nostra accoglienza. La stessa che poi abbiamo riscontrato da parte dei camerieri, fotografi e tutto lo staff che ci ha seguiti in questo percorso. Non ci siamo mai sentiti discriminati. Stessa cosa però, bisogna ammetterlo, non riscontrata con alcuni invitati: Secondo noi, infatti, alcuni sono solo venuti per curiosità e non per altro. Mi ha fatto molto piacere quando ho visto che il video di mio cugino acquisito, nel giro di due giorni, ha registrato 10.000 views e quando i miei concittadini mi fermavano per strada per farmi gli auguri. L’ho apprezzato molto.


La parte del vostro matrimonio che avete preferito?
Gennaro: Per me la cerimonia è stata la parte più importante, sicuramente. Ho avuto l’impressione di esser stato avvolto da una nuvola d’amore. Si è creata da sé un’atmosfera intima e colma di sentimento. “Due persone che si amano che hanno emozionato e che si sono emozionati” – lo descriverei così. La cosa che mi ha affascinato di quel momento è stata la sua naturalezza nel crearsi. È stato toccante. Lì tutti hanno capito il nostro intento e tutti hanno compreso che noi davvero volevamo costruire qualcosa insieme.


Com’è stato vissuto il vostro matrimonio dai vostri parenti?
Francesco: I nostri amici non vedevano l’ora di partecipare a questo matrimonio. Stessa cosa per le nostre famiglie. Solo in alcuni casi abbiamo provato la sensazione di essere i protagonisti di un matrimonio di serie B ma anche se ci ha rattristiti questa cosa, mi rendo conto che per altri non è stato affatto così. Ad esempio, il mio Papà ha dimostrato orgoglio nel comunicarlo ai suoi colleghi/amici e ricordo ancora quando lui stesso, mentre si stava facendo tagliare i capelli dal suo parrucchiere, disse:” Mio figlio si sposa” per poi esclamare con gioia “è il primo uomo di Cerignola a sposarsi con un altro uomo!”. Per non parlare di mia mamma che ha fatto di questo matrimonio un proprio e vero vanto. Ci siamo sentiti coccolati e protetti, sicuramente.


Ma è vero che il mondo omosessuale è solo infedeltà?
Gennaro: Non è vero che il mondo omosessuale è solo infedeltà. Anche nel mondo etero vi è la classica “botta e via” che arricchisce il proprio bagaglio di esperienza. Ecco, non vedo distinzioni. Tutto dipende, secondo me, da come sei tu personalmente. Se ami una persona, se hai compreso la sua importanza, se hai deciso che egli è il tuo punto fermo, ovviamente non lo tradisci. Che poi esistono persone che cercano il classico uomo con gli addominali, moro, occhi verdi è un caso a parte. In questo caso ci si ferma solo all’apparenza e questo non va bene.


Francesco: Sicuramente questo è quello che raccontano e fanno vedere varie persone. Secondo me si, è vero, esistono delle situazioni dove comunque nel mondo omosessuale si arriva con più facilità al tradimento ma è anche vero che è solo una faccia della medaglia.


Com’è stato il vostro coming out?
Francesco: Durante la mia adolescenza, pensavo che fosse solo una mia momentanea fantasia erotica e non ci ho dato peso fin quando in un’università, mentre ero fidanzato con una donna, mi sono ritrovato innamorato del mio migliore amico. Ecco qui, ho realizzato che quella fantasia erotica non era una semplice perversione. Il mio percorso d’accettazione personale è durato un paio d’anni e quando io lo dichiarai a mia mamma, lei mi rispose:” La mamma lo sa!”. Ripensandoci bene, poi, alla fine quando ero piccolo giocavo con le Barbie e mia mamma me le comprava senza alcun problema.


Rispetto a ieri, com’è cambiato il mondo omosessuale?
Francesco: Purtroppo ora c’è un’omofobia di ritorno. Questo c’è da dirlo ma basta vedere i social network per notare questo insistente ritorno delle destre e dell’omofobia. L’unica cosa positiva, mi verrebbe da dire, è stata nell’accettare le Unioni Civili. Ma siamo indietro dal punto legislativo perché comunque le famiglie arcobaleno esistono, noi esistiamo e qualcuno non lo accetta.


Cosa ne pensato del Gay Pride che prenderà vita a Bari?
Gennaro: In questo io e Francesco siamo distanti anni luce. Io sono per il sobrio, la purezza e quindi penso che i nostri diritti siano più importanti di una boa o un mini-slip in bella vista. Resto fermamente dell’idea che si potrebbe fare un’altra maniera o meglio che si potrebbe partecipare ai Gay Pride da persone normali. Non occorrono tacchi e trucco per farsi notare. Questo il mio pensiero.


Francesco: Non la penso affatto così. Ogni persona deve sentirsi libera di essere sé stessa e se un uomo vuole indossare dei tacchi in quella giornata, può sentirsi libero di farlo. Alla fine, il mondo omosessuale è rappresentato anche da trans, drag e famiglia arcobaleno. Perché non ostentare il proprio essere? Mi sembra assurdo. Insomma, io dico si alle piume, ai boa, agli slip, ed al tacco…meglio se è tacco 12!

Se vuoi saperne di più sul Gay Prive di Bari:
https://lamia-puglia.com/bari-e-il-suo-polpo-danno-il-via-allondapride-2019/