No Cap: la filiera etica contro il caporalato parte dalla Capitanata

26 Settembre 2019 0 Di Cristiana Lenoci

La Puglia apripista per la realizzazione di una filiera etica contro il caporalato: a breve saranno promossi due progetti simili anche in Sicilia e Basilicata. Nato dalla sinergia tra il Gruppo Megamark di Trani, l’associazione anti-caporalato “No Cap” guidata dal senegalese Yvan Sagnet e l’associazione di imprese che si occupa della diffusione e promozione di pratiche “virtuose” di coltivazione della terra, “Rete Perlaterra”, il progetto di filiera etica del pomodoro e degli ortaggi che si svolge in Capitanata consiste nell’assunzione di immigrati che, fino a poco tempo fa, vivevano nei ghetti come quello di Borgo Mezzanone.

I braccianti, assunti da circa 20 aziende agricole locali (tra cui “Prima Bio”, con sede a Rignano Garganico), vengono accompagnati ogni giorno nei campi con gli autobus messi a disposizione dalla Provincia di Foggia per svolgere la normale “giornata agricola” della durata di sei ore e mezza, per poi alloggiare a “Casa Sankara” o in altre strutture adibite a questo ubicate tra Foggia e San Severo. La rete etica creata fino ad ora coinvolge una ventina di aziende e ha come destinatari un centinaio di immigrati, provenienti dai ghetti e baraccopoli della zona. La maggior parte di essi proviene da Senegal, Ghana, Burkina Faso, Maili, Costa d’Avorio.

Il ruolo della filiera etica

Ortaggi e pomodori coltivati nei campi del Foggiano saranno controllati e contrassegnati dal bollino “No Cap”, promosso dall’omonima associazione, e dal marchio “IAMME” che presto sarà distribuito in alcuni grandi supermercati (come DOK, Famila, Iperfamila). Questo è sicuramente un altro passo importante per dare un segnale forte che la Capitanata, da sempre terra di caporalato e sfruttamento dei lavoratori, è piena di imprenditori agricoli che desiderano scendere in campo per realizzare progetti etici che assicurino non solo dignità e sicurezza a chi lavora, ma anche ai consumatori che vogliono conoscere la provenienza dei prodotti che portano in tavola.

Per info e contatti: www.nocap.it

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