Tony Driver, il film del pugliese Ascanio Petrini: dal 25 Giugno al cinema e on demand

Tony Driver, il film del pugliese Ascanio Petrini: dal 25 Giugno al cinema e on demand

24 Giugno 2020 0 Di Cristiana Lenoci

La “storia di frontiera” di Pasquale Donatone, barese emigrato in America che vive ai limiti della legalità, scritta e diretta dal regista Ascanio Petrini, sarà domani nei cinema italiani e nelle sale virtuali, tra cui Wanted Zone. Abbiamo incontrato l’autore di questo lavoro filmico a metà tra documentario e finzione, e lui ci ha raccontato altri particolari circa questa storia  e il suo particolare protagonista.

R: Questo film ha conquistato la Critica anche perché sicuramente “osa” più di altre pellicole nel mixare generi e abbattere “muri” e confini di ogni tipo. La figura di Pasquale Donatone è quella di un antieroe che colpisce il pubblico e lo rende anche molto simpatico ai suoi occhi. Hai avuto difficoltà nel lavorare alla caratterizzazione di questo personaggio o ti è venuto tutto molto facile e spontaneo?

AP: Pasquale è reale, è una persona vera ed è simpatico di suo, capace di conquistare chiunque, per questo più che di caratterizzazione parlerei di messa in scena del personaggio. Abbiamo reso più “da film” una storia già di suo molto interessante e trasformato una persona reale con un carattere affascinante in un personaggio cinematografico, che si è saputo mettere in scena in modo sincero e auto ironico. E’ stato facile come un processo naturale grazie anche alle capacita di Pasquale.

 R: Tony ha deciso di non arrendersi e di non cadere vittima dell’immobilismo che permea l’Italia, il Paese in cui nonostante tutto è tornato a vivere. Attraverso la sua figura così “fuori dalle righe” hai voluto trasmettere un messaggio particolare agli spettatori?

AP: Pasquale non è propriamente tornato a vivere in Italia, è stato deportato dagli Stati Uniti, il termine più corretto è rimosso. Quando un paese ti rimuove ti rispedisce nel paese in cui sei nato, ecco l’Italia. E’ stato quindi costretto a tornare nel suo paese di origine, un paese ormai troppo lontano per lui di cui non ricordava neanche la lingua e in cui non aveva nessuno, diventando un estraneo a casa sua. Ecco, se vogliamo parlare di messaggio del film credo che possa tornare utile a noi italiani nell’osservarci dall’esterno, ad immaginandoci per un attimo estranei a casa nostra e a non pensare che siamo tanto il centro del mondo, ma un punto come tanti altri, da cui si va e si viene.

R: L’Italia-vista con gli occhi di Tony Driver- è quella di un Paese che non offre né sogni, né opportunità. Tu cosa ne pensi al riguardo, spostando l’attenzione sulla tua attività di regista e documentarista pugliese?

AP: L’Italia è un paese bellissimo dal carattere difficilissimo, capace di affascinare con la stessa velocità con cui sorprende e delude. A me piacciono i personaggi così quindi non posso che giustificargli tutto e accettarli per come sono.

R: Il sogno americano di Tony è quello di tanti pugliesi emigrati alla ricerca di una vita migliore. Pensi di aver rappresentato nella pellicola le contraddizioni di un tipo di emigrazione che annulla i sogni e diventa mera sopravvivenza?​

AP: Credo che il sogno di Tony sia uguale a quello di molti ma non credo che ci sia un tipo di emigrazione diverso da un altro, intendo uno buono e uno cattivo. Credo piuttosto che l’immigrazione sia la manifestazione tangibile di un genuino sentimento comune, un pensiero generalizzato che si basa su di un sacrosanto diritto di ognuno, quello di desiderare altro, di non accontentarsi, diritto che naturalmente spinge a cercare una soluzione alternativa. Questa ricerca di una “soluzione alternativa” a volte anche disperata, massificata, viene genericamente trattata come immigrazione, ma alla base c’è sempre un semplice genuino sentimento e io nel film ho cercato di rispettare quel sentimento.

R: Quanto c’è di “barese” in questo lavoro filmico? Ritrovi spesso il tuo essere pugliese nelle pellicole che realizzi?

AP: Pasquale è nato a Bari e una volta deportato si è ritrovato a vivere in una grotta sul mare di Polignano, quindi direi che di pugliese c’è la genesi e lo sviluppo del film. Poi il racconto che facciamo della regione magari non è canonico e convenzionale, ma è vero e affascinante alla stessa maniera. Tony si muove in un mondo tutto suo dai contorni pugliesi molto sfuocati, che spesso si confondono con un immaginario cinematografico western, ma che conservano tutto il colore della Puglia.

Biografia di Ascanio Petrini

Nato 1979 a Bari. Mi sono laureato al DAMS/cinema di Bologna nel 2004 con la tesi di laurea sul cinema porno “Rocco e i suoi fratelli”. Dopo l’università ho maturato esperienza nel settore audiovisivo, in particolare nel montaggio video. Roma, dopo la vincita di una borsa di studio ho frequentato la GRIFFITH DUEMILA, accademia di cinema e televisione. Qui mi sono diplomato in regia e sceneggiatura.

Nel luglio 2013 partecipo al workshop  Puglia Experience. Diretto da James V. Hart e Cris Vogler (autore del viaggio dell’eroe), il workshop è promosso dall’ Apulia Film Commission.

Dal 2009 sono socio fondatore di Rabid film, società che si occupa di produzione cinematografica a vari livelli su territorio pugliese

2012 SALVA LA COZZA, scritto e diretto, documentario sulla tradizione barese di mangiare il crudo di mare, presentato al Rif di Roma.

2018/2019 TONY DRIVER, scritto e diretto, documentario presentato alla 76° Mostra del cinema di Venezia, all’interno della 34° Settimana Internazionale della Critica come unico film italiano in concorso, finalista ai Nastri D’argento 2020,  designato “Film della critica” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCIi.

Il film ha partecipato in concorso ai più importanti Festival Internazionali del settore Vision du reel, FICCI… E’ distribuito nei cinema di tutta Italia da ​Wanted Cinema.