Vittorio Russo, giovane pugliese: “Vi racconto la vendemmia in Francia, e perché è un’esperienza da fare”

Vittorio Russo, giovane pugliese: “Vi racconto la vendemmia in Francia, e perché è un’esperienza da fare”

7 Novembre 2021 0 Di Cristiana Lenoci

Mentre in Italia, e particolarmente in Puglia, qualche mese fa cominciava la vendemmia  all’insegna delle solite polemiche sui prezzi dell’uva, alcuni ragazzi sui venticinque anni decidevano di partire alla volta della Francia. Tra di loro Vittorio Russo, classe 1997, pugliese, per la precisione originario di Cerignola (Fg) ma residente a Bologna, con quattro amici raggiunge il territorio d’otralpe a bordo del suo camper acquistato da poco.

Vittorio ha voluto raccontarci la sua esperienza (la seconda in agricoltura per lui), e noi siamo ben felici di dargli spazio sul nostro sito che racconta di vite pugliesi.

Siamo partiti il 13 Settembre scorso con l’accordo di cominciare a lavorare due giorni dopo. Così come eravamo rimasti d’intesa, Il titolare ci ha dato un terreno sul quale piazzare tende e camper.

Dopo aver trascorso la prima notte, ci siamo svegliati presto (in campagna ci si alza all’alba), e con grande sorpresa abbiamo visto che nello chateau c’erano anche altri ragazzi di Bologna. Insieme a dei ragazzi francesi arrivavamo a venti. Il proprietario ci ha spiegato come lavorare, in ogni campo c’erano regole specifiche a seconda della tipologia di vigna. Di solito le vigne in Francia sono basse, a spalliera, quindi assai diverse da quelle che abbiamo noi in Italia, e in Puglia nello specifico. Noi abbiamo raccolto uva bianca per realizzare un vino piuttosto dolce, però c’è anche chi raccoglie uva scura con una leggera muffa in superficie, che serve invece per ricavare un vino liquoroso”.

I lavori di raccolta dell’uva durano di solito una o due settimane, a seconda della dimensione dello chateau. In genere i proprietari mettono a disposizione alcuni servizi oltre al terreno sul quale sostare, come le docce e l’energia elettrica. In Francia arrivano da tutto il mondo, forse perché il compenso è abbastanza buono: 10 euro per ogni ora di lavoro.

Ho incontrato ragazzi portoghesi, croati, spagnoli, si crea una bella atmosfera e hai la possibilità di imparare altre lingue senza accorgertene.

Dopo aver terminato il primo, abbiamo trovato un altro lavoro in campagna, nei pressi di Bordeaux. Tra le persone che vengono qui ogni anno si crea una rete, quindi si tende a rincontrarsi ogni volta. Gli chateau medi pretendono un certo tipo di lavoro a fronte di pochi servizi,  mentre ve ne sono altri più organizzati che mettono a disposizione maggiori confort per i lavoratori, spesso anche dei veri e propri appartamenti”.

Vittorio è entusiasta di ciò che ha vissuto, nonostante la fatica e le alzatacce prima dell’alba.

Consiglio di fare questa esperienza perché consente di viaggiare, conoscere nuove culture, imparare lingue in modo veloce. Inoltre ho avuto la possibilità di visitare città bellissime (come Bordeaux, una metropoli underground che mi è piaciuta moltissimo).

Tra i “contro” ci metterei sicuramente il cibo, soprattutto per noi italiani. Ma credo sia importante adattarsi anche da questo punto di vista, e imparare a gustare cibi diversi da quelli a cui si è solitamente abituati. Complessivamente, direi che quella che ho fatto è un’esperienza non facile però che mi ha riempito non tanto il portafoglio, ma di incontri ed emozioni condivise con altri”