I campi delle Casedde di costa Ripagnola: qui, dove il tempo si è fermato

I campi delle Casedde di costa Ripagnola: qui, dove il tempo si è fermato

15 Giugno 2020 0 Di Andrea Montanaro

Poter passeggiare ai giorni nostri nei campi, in mezzo alle famose casedde della costa di Ripagnola, è un privilegio. Le casedde sono piccole abitazioni abbandonate ormai da decenni che, nella loro umiltà ed essenzialità, ospitavano i contadini pugliesi durante le ore più calde o durante i temporali più violenti.

Sono costruzioni diverse dai trulli o dai pagghiari Salentini, presentano una base cilindrica in pietra a secco e una cupola conica impermeabile, di colore bianco.

Posti come questi, rimasti intatti seppure provati dal tempo e dalle intemperie, sono semplicemente magici, perché stimolano l’immaginazione e portano a praticare l’esercizio dell’immedesimazione, che è importante per tenere viva la memoria delle nostre origini.

Un tuffo nel passato

Camminando tra queste strutture e toccando la loro ruvida pietra si può immaginare di vivere ancora in quei giorni ormai lontani, osservare la realtà con gli occhi di allora, quando essere poveri significava non avere da mangiare e il legame con la terra era più forte perchè se ne sentiva l’odore dopo la pioggia, se ne toccava la consistenza durante il raccolto o la semina.

C’è stato un tempo in cui si guardava l’orizzonte e si interpretava l’intensità del vento, la sua forza e la sua durata, si sentiva il calore del sole, si osservava la direzione degli uccelli durante la migrazione, si guardava anche il mare, non come meta turistica ma come un mondo sconfinato ed inesplorato, che affascinava ma spaventava al tempo stesso. Camminare in questi luoghi suggerisce tutto questo.

Negli ultimi anni questo posto magico, situato tra Mola di Bari e Polignano a Mare, è stato al centro di diverse polemiche e controversie.  Con l’intento di voler ristrutturare le costruzioni e di rendere più accessibile la zona, c’è chi avrebbe voluto realizzare un resort di trulli a 5 stelle. Se da un lato si può riconoscere  l’intento di voler rendere (seppur soggettivamente) migliore un posto che sembrerebbe dimenticato, dall’altro è inutile far finta di ignorare la volontà recondita di volerne privare l’accesso alle persone comuni.

Ultimamente si è deciso di realizzare un parco accessibile a chiunque, grazie alle proteste dei movimenti ambientalisti.

Le persone che coltivavano quella terra erano persone come noi, protagoniste di un’epoca diversa, e in queste casedde erano abituate a riposare per consumare un pasto veloce, o per riporre gli strumenti da lavoro. Queste persone faticavano fisicamente ogni giorno, con o senza l’aiuto di qualche forte animale, e non si facevano probabilmente tante domande, non pensavano troppo al futuro, non avevano tanti ​progetti complicati, ma vivevano in maniera più realistica e più concreta il presente.

Noi oggi dovremmo imparare dal passato a ritrovare la strada della vera felicità, in comunione con la natura. Adesso la conoscenza ci consente di sognare e di essere ambiziosi, di viaggiare e di esplorare, persino di scegliere, perciò è proprio vero che siamo molto fortunati.

Probabilmente avere dei sogni ci rende più liberi, e forse sarebbe giusto avere un obiettivo, che però non manchi di rispetto ad altre persone vicine e lontane e alla terra che ci ha generati. Luoghi come Costa Ripagnola lanciano  messaggi che attraversano il tempo, ed hanno un valore inestimabile proprio perché rimasti intatti come erano.

Foto realizzate da Andrea Montanaro