“Il respiro della luna calante”; il libro di esordio dello scrittore pugliese Pasquale Tocci: “Scrivere è come giocare”

“Il respiro della luna calante”; il libro di esordio dello scrittore pugliese Pasquale Tocci: “Scrivere è come giocare”

9 Maggio 2021 0 Di Cristiana Lenoci

Il primo libro, per uno scrittore, rappresenta sempre un momento importante. E’ il banco di prova con il quale si confronta con il pubblico, segna la tappa di inizio di un percorso creativo che conduce a nuove esperienze, a nuovi contatti ed ispirazioni. Ma è bello pure pensare che- come appunto sottolinea Pasquale Tocci, il giovanissimo scrittore esordiente di Cerignola (Fg) che abbiamo intervistato-  la scrittura possa essere considerata, a tutti gli effetti, un gioco. E quindi, indipendentemente dalle aspettative e dai risultati, darsi la possibilità di scrivere “per il gusto di farlo”.

Pasquale, nato a Cerignola nel 1993, è docente di Scuola dell’Infanzia. Ha due grandi passioni: la scrittura e la politica. Dal 2018, tiene laboratori di scrittura creativa per bambini presso librerie e associazioni culturali.

Ci ha parlato del suo libro, intitolato “Il respiro della luna calante”, ed anche un po’ di sé.

R: Che cos’è per te la scrittura? E come definiresti il tuo rapporto con essa?

PT: Per me, scrivere e giocare sono sinonimi. Quando scrivo, mi diverto; perché ho la possibilità di dar vita a regole nuove o cambiarle in corso d’opera, esplorare spazi sconosciuti, scoprire l’essere umano per quello che è o quello che potrebbe essere dinanzi a variabili e ostacoli. Scrivere, inoltre, mi dà la possibilità di riordinare i pensieri e le esperienze, di far riaffiorare lontani ricordi per non dimenticarli. In estrema sintesi, penso che la scrittura sia un gioco che val la pena di giocare.

R: Il tuo romanzo d’esordio è caratterizzato da alcuni temi importanti come l’amicizia, l’amore e il perdono. Hai provato a metterti nei panni del lettore per capire quali emozioni potresti suscitare con il tuo libro?

PT: Quando ho scritto “Il respiro di una luna calante”, non ho pensato minimamente a quali emozioni avrei potuto suscitare nel lettore, per un motivo ben preciso: nel momento in cui l’avessi fatto, per ricollegarci alla domanda di prima, avrei semplicemente smesso di giocare per dover rispondere a logiche che non mi appartengono; pertanto, non avrei scritto la storia che io avrei voluto scrivere ma avrei scritto la storia che altri avrebbero voluto leggere. Credo fermamente nell’unicità e irripetibilità di ogni essere vivente; dunque, mi auguro semplicemente che il lettore possa giocare e divertirsi leggendo questo romanzo.

R: Quanto di tuo (nel senso di esperienze e sentimenti) c’è in questo romanzo? Da dove nasce il desiderio di raccontare questa storia?

PT: Nel libro non ci sono molti aspetti riconducibili a delle mie esperienze o sentimenti, e quando sono presenti sono sempre rivisti attraverso la lente della finzione letteraria, perché nessuna vita può perfettamente essere incastonata tra pagine con segni d’inchiostro. Il desiderio di raccontare questa storia nasce durante una lunga passeggiata con il mio cane, Yuki, nel 2019. Ho scritto il racconto che in quel momento io avrei voluto leggere.

R: Il respiro di una luna calante è un romanzo che invita all’introspezione e alla riflessione? Come hai vissuto, da aspirante scrittore, il periodo del lockdown e dell’isolamento forzato?

PT: In realtà, “Il respiro di una luna calante” non invita precisamente qualcuno a fare o non fare qualcosa. Penso che quando prendiamo in mano un libro, crediamo erroneamente di essere la parte attiva del processo di lettura; ma forse non facciamo altro che farci leggere dal libro per rispondere ad un nostro intimo e segreto bisogno: ritrovarci per non perderci.

Il periodo del lockdown mi ha permesso di comprendere come l’uomo sia incapace di vedere la scia di distruzione che lasci dietro di sé ad ogni suo passaggio. Tutti siamo stati bombardati sulla necessità di doverci vaccinare e trovare cure per poter ritornare alla vita di prima. Prima del Covid-19 la nostra esistenza, chi più e chi meno, era trasportata da una raggiante locomotiva in fiamme e decadenza: inquinamento, violenza, guerre, stress… Continuo?  I due terzi del pianeta producono tre volte la necessità di cibo e un terzo muore di fame.

Siamo proprio così tutti sicuri di voler ritornare alla vita precedente senza aver prima riparato la locomotiva? Siamo tutti sicuri di voler ritornare a vivere in città trafficate dove non si respira? Siamo tutti sicuri di voler ritornare a vivere con relazioni traballanti e fragili?

Se non iniziamo ad indagare quali sono le cause dei nostri problemi, limitandoci ad eliminarne gli effetti, potrà essere troppo tardi tentare di riparare la locomotiva della nostra esistenza; se spegniamo l’incendio della foresta senza capire perché la foresta si incendia, non abbiamo risolto un bel nulla. Quanti altri morti ci servono per capire?

R: Tra i tuoi scrittori di riferimento c’è n’è qualcuno in particolare che ti ha ispirato nella realizzazione del libro?

PT: Tra i miei scrittori di riferimento c’è sicuramente Mario Rigoni Stern, la cui filosofia di vita fondata sulla semplicità e sulla pace ha contribuito a rendermi maggiormente consapevole.

R:In Italia il rapporto tra scrittori e lettori segna un netto incremento dei primi rispetto i secondi. Tu che tipo di lettore sei? Hai un momento della giornata in cui preferisci dedicarti alla lettura?

PT: È capitato che qualcuno mi dicesse, più o meno seriamente, di essere diventato uno scrittore per aver scritto un romanzo. Questo mi sorprende; perché è evidente che anche tra gente che mastica libri ci sia molta confusione nel distinguere chi scrive libri per mestiere e chi scrive libri per il puro piacere di farlo. C’è un abisso tra uno scrittore e un autore che purtroppo non sempre si è in grado di percepire. Il fatto che in Italia ci siano più libri stampati che letti non rappresenta un problema, secondo il mio modo di vedere. Il vero problema risiede nel fatto che tra i tanti libri stampati pochi sono di qualità! Io sono un lettore notturno che predilige la saggistica e i romanzi classici.

R: Hai già in mente un secondo libro? Cosa ti fa scattare l’idea di una trama, di una storia da raccontare?

PT: Non ho in mente un secondo libro perché voglio godermi adeguatamente il primo. Se un giorno dovessi avvertire lo stesso bisogno di giocare e divertirmi con una storia come è successo con Il respiro di una luna calante, probabilmente nascerà un secondo libro.

R: Tre aggettivi per definire il tuo libro di esordio e tre motivi per cui, secondo te, bisognerebbe acquistarlo.

PT: Non lascio tre aggettivi per definire il mio libro e tre motivi per cui bisognerebbe acquistarlo. Lascio solo una riflessione a me cara di Jean Jacques Rousseau: L’uomo nasce libero e ovunque si trova in catene. Leggere permette di spezzarle, quelle catene.

Sinossi del Libro

Un lupo giunge a Boscata e stravolge la vita tranquilla dei suoi abitanti. Gli uomini del posto si mettono sulle sue orme nell’intento di ucciderlo, per proteggere i propri animali e le proprie famiglie. Quando tutto sembra deciso, accade però un evento inatteso e straordinario che cambia le carte in tavola. Una storia di amicizia, amore, fede e coraggio che intreccia il romanzo d’avventura alla riflessione coraggiosa e incisiva sul nostro presente e sulla nostra identità.

Il romanzo, autopubblicato dall’autore, curato graficamente da “La Plume” è disponibile presso la libreria “Biblyos-La bottega della Cultura” di Cerignola.

La copertina del libro di esordio di Pasquale Tocci