Mandwinery Cerignola, Vito Manduano: “Ho continuato la tradizione di famiglia, ed ora l’agricoltura fa parte di me”

Mandwinery Cerignola, Vito Manduano: “Ho continuato la tradizione di famiglia, ed ora l’agricoltura fa parte di me”

6 Ottobre 2022 0 Di Cristiana Lenoci

Sono le aziende a dare identità e voce ad un territorio. Alcune, in particolare, raccontano una storia che affonda le radici in un tempo lontano, quando la terra era una risorsa e riuniva le famiglie con i suoi riti e la stagionalità dei raccolti. L’azienda di cui vi parliamo, Mandwinery della famiglia Manduano, è un fiore all’occhiello per il nostro territorio per la tradizione agricola che tramanda e per la qualità dei suoi prodotti.

Uno dei membri dell’azienda di famiglia, Vito, ha voluto proseguire il percorso intrapreso anni fa dai suoi nonni, creando una realtà locale di tutto rispetto, attenta alla qualità e alla tradizione di ciò che si produce.

R: Vito, ci piacerebbe ricostruire insieme a te gli esordi dell’azienda, e sapere come mai avete scelto di chiamarla Mandwinery.

VM: Lo faccio con molto piacere. L’azienda agricola Manduano nasce nel 2010, quando su un unico piccolo appezzamento agricolo di proprietà, decisi di impiantare il nostro primo vigneto. Lo volli piantare per ripercorrere i ricordi della mia infanzia, in particolare quelli che mi legano ai miei nonni. Ho avuto infatti un nonno materno che è stato proprietario e conduttore di un’azienda agricola coltivata a vigneti, e un nonno paterno che amava, ogni anno, produrre vino all’interno del suo garage.

Da allora, devo dire, mi sono appassionato sempre di più all’agricoltura. Tale passione mi ha indotto ad estendere le superfici aziendali e a diversificare le colture (dalle varie tipologie di vigneto, tra cui le uve da cui provengono i nostri vini, alle diverse varietà di olive, tra cui la nostra amata oliva da tavola “Bella di Cerignola”, insieme a quelle da olio “coratina” e “leccino”).

Oggi condivido questo percorso con i miei fratelli: risale al 2021 la nascita del nostro brand Mandwinery, che in pratica è l’acronimo del nostro cognome (Mand) con “Winery”, che sta per azienda vinicola.

R: Il vino è un prodotto tipico della nostra terra, da sempre legato alla tradizione. Oggi che le dinamiche sono cambiate rispetto al passato, cosa significa- secondo te- bere un vino di qualità?

VM: Oggi i consumatori sono alla ricerca del buon vino. Sono tanti i corsi di avvicinamento al vino che danno la giusta infarinatura per poter riconoscere i pregi e i difetti più evidenti. Per questo è molto importante puntare sulla qualità del prodotto, partendo proprio dalla cura dell’uva sulla pianta. Noi siamo convinti che, per fare un vino di ottima qualità, bisogna sacrificare le rese quantitative dei nostri vitigni. E’ questa la filosofia aziendale che stiamo mettendo in pratica.

R: La cura dei dettagli e l’attenzione per una corretta comunicazione non mancano nella vostra azienda agricola di famiglia: quali sono-secondo te- le strategie migliori per arrivare ai consumatori “giusti”?

VM: Abbiamo investito tanto nella cura dei dettagli. Siamo dell’avviso che anche l’occhio vuole la sua parte, e che un consumatore-prima di acquistare il contenuto- deve essere attratto dalla bottiglia. Per questo ci siamo affidati ad una “wine designer” che ci sta affiancando nella progettazione del packaging e delle etichette, raccontando nei nomi e nella grafica il nostro territorio.

Ad esempio, nella nostra prima etichetta abbiamo voluto raffigurare 80 quadratini che rappresentano le nostre fosse granarie. Stiamo investendo altrettanto nella strategia del marketing che, accompagnata dai riconoscimenti e premi ottenuti in vari concorsi enologici, ci sta dando notevoli risultati.

R: Mandwinery aderisce ad un Consorzio di produttori locali di vino. Da cosa deriva la scelta di unire le forze con altri imprenditori dello stesso settore?

VM: Sì, è vero. Con mia sorella siamo parte integrante dell’Ats che qualche mese fa abbiamo costituito insieme ad altri giovani viticoltori della nostra città. Devo dare per questo un grande merito al Presidente dell’Ats Gabriele Romagnuolo, che si è speso tanto affinchè tutti insieme ci consorziassimo per poter raggiungere l’obiettivo che ci accomuna, ovvero quello di recuperare la nostra vecchia doc (denominata Rosso di Cerignola) e ormai dimenticata da anni.

Siamo sulla strada giusta, consapevoli che l’unione fa la forza. Dobbiamo prendere come esempi cui ispirarci i grandi consorzi dei produttori vinicoli di altre regioni d’Italia, e seguire ogni passo necessario per far crescere il nostro gruppo.

All’interno dell’Ats sta facendo tanto anche l’enologo della nostra azienda, Giuseppe Colopi, che mette a disposizione di tutti noi aderenti al consorzio la sua consolidata esperienza maturata nel settore da anni. Siamo fiduciosi, e nel giro di un anno dovremmo avere le prime bottiglie del nostro Rosso di Cerignola doc.

R: Di recente l’OMS ha equiparato il vino alle sigarette. Questa affermazione poco felice ha scatenato le reazioni delle associazioni di categoria. Cosa ne pensi al riguardo?

VM: Equiparare il vino alle sigarette lo ritengo assurdo. Sono fermamente contrario a tale paragone, in quanto-così come dimostrato da numerosi studi scientifici- un moderato consumo di vino può avere benefici per la salute. E’ doveroso e auspicabile che le istituzioni, tutte, intervengano a difesa del settore vitivinicolo, che è un’eccellenza del nostro made in Italy.

R: Il mercato vitivinicolo è in difficoltà, quali sono-secondo te- gli scenari possibili in un prossimo futuro?

VM: È in difficoltà il mercato vitivinicolo,  così come quello agricolo. Si sta vivendo un clima di incertezza generale: la guerra, i rincari energetici, quello del gasolio, dei concimi, del vetro, delle etichette, dei tappi non potranno che, prima o poi, ricadere sui consumatori finali.

Intravedo un quadro dello scenario non affatto semplice, anche se non mancano i segnali incoraggianti che ci vengono forniti dai dati dell’export del vino italiano, che nei primi 5 mesi 2022 ha registrato un +14 % rispetto allo scorso anno.

Dobbiamo partire da questo dato e chiedere alle istituzioni contributi ed incentivi di natura fiscale che consentano di migliorare la competitività delle aziende italiane sul mercato estero.

E’ importante, inoltre, puntare sulla promozione e sull’internazionalizzazione.

 

L’azienda Manduano, radicata a livello locale e ricca di tradizione, non disdegna le novità ed è pronta ad accogliere innovazioni e progetti per lanciarsi anche nel mercato internazionale.