Puglia: paese che vai, leggenda popolare che trovi

Puglia: paese che vai, leggenda popolare che trovi

27 Febbraio 2019 0 Di Cristiana Lenoci

 

Il Sud Italia è un crogiolo di leggende e credenze popolari, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Ci sono “perle” di saggezza popolare che si tramandano di generazione in generazione, formando un prezioso “contenitore” di ricordi condivisi che fa sempre piacere rispolverare.

Io ricordo ancora alcune credenze di cui mi parlava mia nonna, che riteneva fossero vere perché sperimentate da lei in persona o da alcuni familiari e conoscenti. Ricordo la mia bocca semiaperta per lo stupore mentre ascoltavo i suoi racconti coloriti in particolare su “u’scazzamuridd”(lo scazzamurrillo)  e “la augurie de la cais” (l’augurio della casa).

Questi due personaggi erano diffusi nella provincia della Foggia. Secondo la tradizione popolare, lo scazzamurrillo è lo spirito di un bimbo nato senza essere stato battezzato. E’ uno spiritello dispettoso e ribelle, che si diverte a nascondere gli oggetti, e può apparire anche di notte. Ha le sembianze di un piccolo folletto, quindi indossa un cappellino magico. Se di notte si siede sulla pancia, bisogna cercare di togliergli il cappello dalla testa, altrimenti lui potrebbe farti del male. Per questo, anticamente, si riteneva fosse meglio non dormire con la pancia all’aria.

“Oggi ho visto l’augurie de la cais che si aggirava per le stanze. Ne sono sicura, perché ero sola in casa, non c’era nessun altro”. Ricordo mia nonna con il viso concitato mentre comunicava la notizia a figli e nipoti presenti a tavola. “L’augurie de la cais qui è un uomo alto e robusto”, aggiungeva. In genere, però, questa entità è invisibile e quindi non definibile, che protegge la casa dalla negatività. Di solito è uno spirito benigno, ma non bisogna farlo arrabbiare pronunciando parolacce o bestemmie in casa.

I vecchietti, quindi, erano soliti ripetere a vivaci nipotini: “Non dite parolacce, se no l’augurie della cais si potrebbe arrabbiare. E poi sono cavoli nostri!”. In cosa potesse consistere la punizione, non era dato saperlo. Ma i più piccoli vivevano con grande apprensione questa evenienza, e quindi diventavano improvvisamente educati.

Nel repertorio di spiriti benevoli/maligni anticamente, nella provincia di Foggia, c’era anche la “Malombr” (malombra). Questo era uno spirito maligno, un’anima in pena che fa sentire la propria presenza con comportamenti strani (ad esempio spostando oggetti in casa o facendo rumore). Per tenerla lontana, i vecchietti del paese mettevano una scopa fuori alla porta. Ancora oggi si suole dire: “è come una malombra” per indicare chi indossa sempre abiti scuri o adotta un comportamento anomalo.