
“Bari bisogna viverla per capirla”: Leggende, Storia e Cucina.
15 Giugno 2019 0 Di Vincenzo Barnabà
In tanti pensano che Bari non si possa descrive a parole ma bensì bisogna viverla per coglierne realmente il senso. Dal dialetto “Bare”, la città in questione è nota per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola. Tale condizione ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione interconfessionale tra l’Ortodossia e il Cattolicesimo ma non solo; difatti, ancora oggi, Bari ha una solida tradizione mercantile – imprenditoriale e da sempre è punto nevralgico nell’ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con il Medio Oriente.
Il suo porto è il maggiore scalo passeggeri del mare Adriatico. Dal 1930 si tiene a Bari la Fiera del Levante, tra le principali esposizioni fieristiche d’Italia. Più recentemente la città è diventata sede del segretariato per il Corridoio pan-europeo 8.
Su tali tematiche, noi de lamia-puglia.com abbiamo deciso di farvi fare un viaggio alla scoperta di una delle città più importarti di Puglia facendovi scoprire tradizioni, volti noti e storia della Città di San Nicola.
STORIA
L’insediamento più antico, nella penisola su cui sorge la città vecchia, risale all’Età del Bronzo. Centro dei Peucezi, acquisì importanza dopo la conquista romana (sec. III a. C.) come porto ed emporio. Elevata a municipio in età imperiale, passò sotto la dominazione dei Goti e fu in seguito contesa da Bizantini e Longobardi e più volte saccheggiata e distrutta.
Divenuta con i Saraceni (840) capitale di un emirato, fu conquistata nell’871 dai Franchi, ma nell’876 tornò all’imperatore d’Oriente che ne fece la sede di un governatore generale (“catapano”). Salvata a opera dei veneziani di Pietro Orseolo II (1003) da un nuovo assalto saraceno, si rivoltò più volte contro il dominio bizantino, finché nel 1071 fu conquistata da Roberto il Guiscardo. Con l’arrivo, nel 1087, delle reliquie di san Nicola di Mira, Bari divenne un importante centro religioso. Sotto i Normanni la città visse un periodo di prosperità ma anche di conflitti, al culmine dei quali venne rasa al suolo da Guglielmo I il Malo (1156). Ricostruita dopo dieci anni e fiorente sotto gli Svevi (Federico II vi fece costruire il castello e concesse alla città ampi privilegi), decadde di nuovo con gli Angioini.
Passata agli Aragonesi e donata ai duchi di Milano (1464), visse un effimero periodo di splendore con Isabella di Aragona (1500-24), vedova di Gian Galeazzo Sforza, e con sua figlia Bona Sforza (1524-57), vedova di Sigismondo I di Polonia. Andata agli spagnoli (1558), la città visse il generale declino del vicereame di Napoli. Più volte ribellatasi al dominio spagnolo, la città fu duramente colpita dalla peste nel 1657-57. Passata, dopo il dominio austriaco (1707-38), ai Borbone, godette di una lieve ripresa, che si intensificò sotto il dominio francese (1806-15), quando fu avviata la costruzione della città nuova. Ritornata ai Borbone nel 1815, entrò a far parte dello Regno d’Italia nel 1860. Fu teatro di violente rivolte nel 1898, quando fu colpita dalla carestia e da un’epidemia di colera. Durante la seconda guerra mondiale subì i bombardamenti degli Alleati.

BARI VECCHIA
La città vecchia di Bari o meglio Bari Vecchia, come dicono i baresi, è la parte più antica della città di Bari, all’interno delle antiche mura, così denominata, a partire dal XIX secolo, in contrapposizione alla città nuova (la cui edificazione è iniziata a partire dal 1813 sotto il regno di Gioacchino Murat). Bari Vecchia è situata nella penisola racchiusa tra i due porti di Bari (il porto vecchio e il porto nuovo), delimitata a sud da Corso Vittorio Emanuele, mentre la città nuova si estende tra la ferrovia e la costa, con strade a reticolo ortogonale. Insieme formano l’odierno centro urbano della città di Bari e sono riuniti nella IX circoscrizione denominata quartiere Murat, che è il centro pulsante della città capoluogo pugliese.
La città antica (la così detta “barivecchia”) fra i porti nuovo e vecchio è chiusa a est dalle mura che la separano dal lungomare ed è caratterizzata da un impianto urbanistico tipicamente medievale. Il centro storico, che sorge su di una piccola penisola laddove originariamente si sarebbero sviluppati i primi insediamenti preistorici, rappresenta quella porzione di Bari più folcloristica, ancora legata ad antiche tradizioni: essa appare infatti depositaria di memorie e costumi che nella città moderna sempre più si è propensi ad abbandonare. Si trovano nella Bari antica notevoli monumenti romanici, tra cui la Basilica di San Nicola (XII secolo), capolavoro dell’architettura romanico pugliese.
COSA VISITARE
La Basilica di San Nicola a Bari è uno degli edifici religiosi più importanti e suggestivi d’Italia. Patrono di Bari, santo caro sia ai cattolici che agli ortodossi, San Nicola di Myra è il vescovo che secondo la leggenda ha dato le origini a Santa Claus, il nostro Babbo Natale. Le sue spoglie riposano proprio nella cripta di questa basilica, e perciò è meta di pellegrinaggio da parte di fedeli cattolici e russi ortodossi: si tratta infatti di uno dei pochi luoghi di culto italiani in cui si celebrano le funzioni di entrambi i riti.
Il lungomare di Bari fu inaugurato nel 1927 in epoca fascista: al di là delle ideologie, oggi è una delle passeggiate celebri della città e un’occasione unica per ammirare con un colpo d’occhio una serie di palazzi in stile tardo Liberty, e allo stesso tempo respirare l’atmosfera di Bari, tra parchi verdi e un ineguagliabile panorama sull’Adriatico.

Il Castello Normanno-Svevo di Bari: Edificato sul precedente castello voluto da Ruggero il Normanno nel 1131 (da cui una parte del nome), questo edificio fu distrutto completamente nel 1156 e ricostruito secondo il volere di Federico II di Svevia nel 1223 (da cui il resto del nome). Oggi come mille anni fa, il Castello Normanno Svevo svetta sulla città vecchia di Bari, proteggendone l’ingresso principale, e da qui domina il mare. Oltre all’importante valore storico, il Castello è la sede della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e Storici della Puglia ed è uno dei monumenti in stile romanico più importanti d’Italia. Per chi ha voglia di visitare la città da una prospettiva speciale e allo stesso tempo toccarne con mano la ricchissima storia, Bari sotterranea è un percorso guidato notturno che, in compagnia di archeologi accreditati, parte dai sotterranei del Castello Normanno Svevo e attraversa sotto terra tutta la città vecchia.
La pinacoteca Corrado Giaquinto si trova nel Palazzo della Provincia, sul lungomare, ed è un’importante testimonianza di arte e cultura pugliese con collezioni di dipinti, abiti e suppellettili dall’anno 1.000 in poi. Sono ventidue sale da visitare: tra le più importanti sono da non perdere quelle che ospitano le sculture medievali realizzate dal 1000 al 1400, i dipinti della scuola napoletana con opere di Luca Giordano e Andrea Vaccaro, una serie di dipinti del pittore pugliese Corrado Giaquinto e la Collezione Grieco, che comprende cinquanta dipinti dell’Ottocento tra cui le opere dei macchiaioli toscani e opere del primo Novecento: tra questi Pelizza da Volpedo, De Chirico, Carrà.

COSA MANGIARE
La cucina barese è giustamente famosa per la qualità delle materie prime, che vengono sempre messe in primo piano rispetto all’elaborazione dei piatti.
Troverete quindi pesci, molluschi e crostacei sempre freschi di giornata, verdure e legumi di stagione e primizie, conditi con il pregiato olio d’oliva extravergine pugliese in un delizioso connubio che non si dimentica facilmente.
È difficile scegliere un piatto tipico: sicuramente dovete assaggiare le orecchiette, fatte a mano e condite con le cime di rapa o con il ragù di cavallo, e il riso alla barese, cioè riso insaporito con patate e cozze. Da non perdere inoltre i cavatelli con i frutti di mare e specialità come il polpo e gli aglievi (seppioline) da mangiare crudi, i ricci con il pane e l’orata al forno alla barese.
Se poi volete provare un piatto unico davvero delizioso o uno sfizio, vi consigliamo la focaccia o il calzone barese, farcito con cipolle, olive verdi, uova, pomodori acciughe, pecorino, e le sgagliozze, triangoli di polenta fritta. Concludono il pasto i gustosissimi dolci baresi: bocconotti, paste reali, castegnedde, zeppole.
LA LEGGENDA DELLA MALOMBRA
La malombra, o “mal’umbra”, fa riferimento a una antica e paurosa leggenda popolare che vede come protagonista ino spirito maligno che terrorizza chiunque incroci il suo cammino. In passato, quando si viveva in campagna, sembrerebbe che questa sorta di “strega” arrivava persino a rubare il bestiame o il raccolto. Accomunata alle sembianze di una figura femminile, la Malombra viene descritta come un mostro con i capelli fatti con le criniere dei cavalli e con le frange dei tappeti.
A detta di molti, quando questa “innominabile” figura entrava in casa amava spostare mobili e oggetti producendo fastidiosi rumori per turbare il sonno degli abitanti. In merito, in alcuni casi, sembrerebbe che questo spirito maligno sia arrivato addirittura a bloccare il respiro di qualche malcapitato sedendosi sul suo petto.

I VOLTI NOTI BARESI
Bari non è solo tradizioni e leggende ma anche Volti noti: Sapevi che l’attore Ettore Bassi e la cantante Anna Oxa sono originari di Bari? Ma non solo loro…. Ecco che all’elenco dei volti noti baresi si aggiungono anche il politico Michele Emiliano e Nichi Vendola, il comico Checco Zalone e il calciatore Antonio Cassano.
Non ci resta che dire, “Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. Se Bari avesse la Torre Eiffel sarebbe una piccola Parigi!”