“Diego”, la  graphic novel sul mito di tutti i tempi Maradona: intervista a Giuseppe Guida

“Diego”, la graphic novel sul mito di tutti i tempi Maradona: intervista a Giuseppe Guida

8 Giugno 2022 0 Di Cristiana Lenoci

Quando si parla di Diego Armando Maradona crollano le barriere di ogni tipo, non esistono pregiudizi o falsi moralismi. Maradona incarna oggi la figura di un uomo che, se da una parte ha tutte le caratteristiche per essere considerato un mito intramontabile, dall’altra è la dimostrazione concreta di ciò che può accadere ad un uomo quando diventa vittima delle sue stesse debolezze.

Si può parlare di Diego in tanti modi, utilizzando diversi linguaggi e varie sfumature. Ma una cosa è certa: non se ne dirà mai abbastanza. Tanto più che si tratta di un calciatore- uno dei pochi, per la verità-che ha fatto la storia di questo sport.

Dopo la morte del Pibe de Oro, avvenuta il 25 Novembre del 2020, in tanti si sono accaniti a scandagliare i suoi ultimi anni di vita, cercando di trovare qualcosa che potesse riscattare un’esistenza ormai lontana dai flash e dagli eccessi.

Raccontare di Diego Armando Maradona rivolgendosi ai più giovani è sicuramente un modo per avvicinare le giovani generazioni non solo ad un calciatore conosciuto in tutto il mondo per le sue prodezze sportive, ma anche ad un uomo fragile, che ha lottato con i suoi demoni fino alla fine dei giorni.  

La graphic novel “Diego”, scritta da Tiziana Bruno ed illustrata dal fumettista Giuseppe Guida (Gemma Edizioni) è un grande omaggio al campione e all’uomo che Diego Armando Maradona è stato.

Il volume, attualmente in vendita nelle librerie, segue un progetto preciso che la stessa scrittrice per l’infanzia ha raccontato con queste parole: “Una sera di fine ottobre ho ricevuto un’inaspettata mail da Buenos Aires. A scrivermi erano tre donne, con una richiesta precisa: «Vorremmo che raccontassi a bambini e ragazzi chi era Diego Maradona, ci interessa uno sguardo femminile sulla sua vita». Il mio stupore fu grande, accompagnato da una forte emozione. Prima di accettare, ho riflettuto a lungo sull’opportunità di scrivere un libro di questo tipo. Su un personaggio complesso, ma soprattutto così famoso che il suo nome è scritto sui muri in ogni continente. Un genio sportivo amato dalle classi popolari e dalle ricche, dal Sud del mondo e dal Nord. Non mi sembrava un’impresa facile, e non lo era. Ma a me le sfide piacciono, dunque ho accettato.

E ho iniziato a chiedermi dove potessi trovare la verità, perché i libri per ragazzi vogliono onestà. L’ho cercata ovunque: nei rotocalchi, nei libri, nelle vecchie interviste. Ma non trovavo che contraddizioni, il male e il bene che si rincorrevano. Poi finalmente ho capito: la verità era proprio lì, nel suo essere ‘umano’, nelle sue contraddizioni, nel suo ‘genio semplice’.

È nato così «DIEGO», graphic novel con un testo corposo mescolato alle immagini. L’attenzione è rivolta soprattutto agli aspetti ‘umani’: l’infanzia in povertà, le favelas argentine, il successo, le debolezze, le contraddizioni, il tormento interiore, la generosità, l’abisso, la lotta in favore degli ultimi. «Maradona è stato un eroe senza nulla di eroico. La conciliazione di “miseria e nobiltà”, di oro e fango, di vittoria e sconfitta. La genialità mischiata alla semplicità. Era l’umano, lo specchio in cui ciascuno di noi può ancora guardarsi.»

Le donne argentine hanno voluto una casa editrice con un nome femminile, gestita da una donna, perché a parlare di Maradona sono sempre gli uomini, bisognava riportare in equilibrio la bilancia. In appendice abbiamo inserito un articolo firmato da alcune giornaliste femministe di Buenos Aires. La splendida prefazione è del prof. Leonardo Acone, docente di Letteratura per l’Infanzia. Mi piacerebbe che questo libro accendesse riflessioni su molti temi sociali e sul ruolo che ciascuno di noi può avere a questo mondo, partendo dalle proprie debolezze”.

Abbiamo intervistato Giuseppe Guida, illustratore e fumettista foggiano, che ha tradotto in immagini la storia del campione argentino e che sta portando in giro il libro tra i ragazzi, nelle scuole.

R: Pur essendo una graphic novel e come tale adatta ad un pubblico giovane, leggendola  ho percepito alcune sfumature romantiche che rendono questa lettura piacevole e interessante anche per chi, come me, non ha una conoscenza dei campioni del calcio. Una lettura assolutamente trasversale che fa riflettere sulla grandezza e miseria di tutti noi. Quali sono i presupposti da cui sei partito per realizzare “Diego”?

GG: Il progetto nasce con l’intento di parlare di Diego e non di Maradona ai giovani, a chi non lo ha conosciuto, o ne ha solo sentito parlare. Un bimbo nato in povertà, che è cresciuto ed è diventato uomo già da piccolo, che ha sognato il suo riscatto diventando campione ed esempio per molti.  Diego ha svolto una missione: venire a giocare in Italia, a Napoli, in una piccola squadra del Sud, con tanti valori e pochi soldi rispetto alle grosse città che primeggiavano anche in altre realtà sportive.

In questo libro la narratrice è una figura femminile: l’amica, la giornalista che lo ha conosciuto e che ha vissuto con lui esperienze di vita importanti.

R: I grandi campioni di oggi non hanno storie da raccontare come Diego Armando Maradona, che ha rappresentato anche un personaggio di riscatto sociale di una città intera, e forse di una parte di mondo verso l’altra. Quando parli di lui nelle scuole cosa noti in chi ti ascolta?

GG: I ragazzi hanno per lo più conosciuto la figura di Diego purtroppo oscura, negativa. In questo libro è stata messa in evidenza invece una forma di riscatto, di amore per la gente meno fortunata , di passione per una città spesso abbandonata ed etichettata per quello che non è mai stata. Durante gli incontri a scuola cerco di spiegare quali sono stati i veri valori che hanno fatto diventare Maradona il campione che tutti conosciamo, e cioè quanto amasse la sua gente, le città in cui era vissuto e cresciuto, come Buenos Aires e Napoli.

Attraverso questa storia emerge quello che dovrebbe essere l’amore per lo sport, la voglia di divertirsi e di far appassionare sempre più la gente che ama il calcio. Si parla quindi di questo sport senza accennare solo a numeri, costi e giro di affari, che ci privano dell’aspetto più umano ed emozionante.

R: Cosa si prova a far rivivere con le immagini un mito come Diego Armando Maradona?

GG: Il progetto di questo libro mi ha da subito affascinato.  Io poi ho vissuto in quegli anni in una città che si ritrovava unita allo stadio per urlare al mondo intero la gioia di veder entrare la palla in rete e di sognare ad occhi aperti, mentre Diego ci deliziava con le sue giocate e le sue prodezze.

R: Maradona non solo calcio. Un bel titolo. Maradona come modello da seguire, o come paradigma della vita che prima ti esalta e poi ti lascia morire da solo. Cosa ne pensi?

GG: Si è proprio vero. C’è anche un DIEGO lasciato da solo, abbandonato senza rispetto e senza dignità. Quando ho letto la storia ho subito pensato a tutto quello che ha dovuto osservare senza poter riflettere, e se lo ha fatto era già troppo tardi per tornare indietro.  I miti che solitamente conosciamo hanno un equilibrio instabile, nel senso che se vanno per la strada maestra ricevono rispetto e interesse, ma se per un qualsiasi motivo tendono a virare la corsa, rischiano di essere emarginati e dimenticati. Come è appunto è successo a Diego Armando Maradona.