Gio Evan, poeta cantautore approda al 71° Festival della Musica Italiana: la pugliesità è nei suoi versi

Gio Evan, poeta cantautore approda al 71° Festival della Musica Italiana: la pugliesità è nei suoi versi

25 Febbraio 2021 0 Di Cristiana Lenoci

Salirà sul palco del Teatro Ariston tra i ventisei big che partecipano al Festival di Sanremo anche Gio Evan, il 32enne originario di Molfetta (Ba) e vissuto a Gubbio, attualmente tra i poeti e musicisti più popolari e apprezzati soprattutto dai millennians.

Giò Evan, al secolo Giovanni Giancaspro, è arrivato al successo parlando al cuore dei suoi lettori, attraverso versi e parole che, nella loro artistica semplicità, hanno fatto breccia sia nei più giovani che tra gli adulti appassionati di poesia. La sua è una poesia concreta, che si ispira alla vita quotidiana, per questo è così facile venirne “catturati”.

In effetti se il suo esordio è stato come poeta (ha già pubblicato dieci libri di poesie, e ne è in arrivo un altro, che uscirà il prossimo 16 Marzo, n.d.r.), in seguito è riuscito, in maniera armoniosa, ad associare anche la musica ai componimenti poetici.

Nella cittadina dell’Umbria in cui è cresciuto, Giò Evan è molto conosciuto, un po’ meno lo è a Molfetta (dove è nato, ma pochi possono dire di conoscerlo direttamente). In compenso, il suo accento ricorda la Puglia in modo inequivocabile.

Al Festival di Sanremo, che aprirà i battenti il prossimo 2 Marzo, Giò Evan presenterà il brano intitolato “Arnica”, riportando in auge il linguaggio poetico ma legandolo a situazioni della vita di tutti i giorni.

Nel brano l’artista fa un resoconto della sua vita passata, “con la testa e il cuore per aria”, ribadendo che, anche se alcune esperienze gli hanno fatto male, lui rifarebbe tutto daccapo senza alcun rimpianto.

Ecco il testo del brano, presentato in anteprima sul settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni”.

Il testo e le parole della canzone “Arnica” di Gio Evan

ARNICA

di G. Evan – F. Catitti – G. Evan

Ed. Giallo Ocra/Starpoint International/Universal Music Publishing Ricordi – Roma – Milano

E sbaglio ancora a vivere e non imparo la lezione

Prendere in tempo il treno, e poi sbagliare le persone

E sbaglio ancora a fidarmi a regalare il cuore agli altri

Che poi ritorna a pezzi curarsi con i cocktail e fare mezzanotte e non risolvere mai niente

Cerco un amico per un buon tramonto insieme

Voglio arrivare all’alba e dire dai di nuovo

E voglio farmi scivolare il mondo addosso

E non scivolare sempre io

E volo con la testa tra le nuvole

Ma vedessi il cuore quanto va più in alto

E non voglio dimenticare niente

Però fa male ricordarsi tutto quanto

Le corse lungomare

Nuotare fino a non toccare

L’ansia di non fare in tempo

Coi regali di Natale

Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare

Le partite sulla strada

Fare i pali con la maglia

Restare accanto

A chi non ce l’ha fatta

Le prime cicatrici

Gli amori mai finiti

Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici

Per poi dire cosa quanto ha fatto male

Eppure non riesco a rinunciare

Per poi dire cosa quanto ha fatto male

Eppure lo voglio rifare

E portami una primavera prima che appassisca

Davanti all’estate di tutti

Così esile che la tormenta

Mi confonde con un panno steso al vento

E cerco un posto dove poter fare il debole

Amici buoni per smezzare una tempesta

‘Che’ l’amore si scopre solo in mezzo al temporale, ammiro i vostri punti fermi ma ho bisogno di viaggiare

E volo con la testa tra le nuvole

Ma vedessi il cuore quanto va più in alto

E non voglio dimenticare niente

Però fa male ricordarsi tutto quanto

Le corse lungomare

Nuotare fino a non toccare

L’ansia di non fare in tempo

Coi regali di Natale

Lo sguardo di mia madre, quando pensava che questa volta non ce la potessi fare

Le partite sulla strada

Fare i pali con la maglia

Restare accanto

A chi non ce l’ha fatta

Le prime cicatrici

Gli amori mai finiti

Le nottate a casa soli o ubriachi con gli amici

Le corse di mia madre per fare in tempo a scuola

Sognare ad occhi aperti

L’estate senza soldi

L’ansia degli esami

Ma che festa il giorno dopo

La faccia di mio padre

Quando andava a lavoro

Le volte in cui pensiamo che andrà tutto male

I viaggi con chi ami

Sì ma i sogni a puttane

Le prime delusioni

Perché i baci finiscono

Le nottate a casa con gli amici

A dire resteremo uniti

E poi dire cosa quanto ha fatto male

Eppure non riesco a rinunciare

Per poi dire cosa quanto ha fatto male

Eppure lo voglio rifare.

“Questa è una canzone-balsamo per attutire gli urti del mondo”, ha dichiarato il poeta cantautore. “‘Arnica’ prima di tutto è un fiore, un fiore super esile ma perenne. Prima di essere medicina è un fiore fragile che tende all’immortalità e vive in montagna, come me. Un fiore che con l’intuito dell’uomo è diventata una crema, un balsamo per attutire gli urti del mondo. Ma tutto può essere medicina o veleno, anche una mela”.