Lucio Dalla: la Puglia ha ispirato le sue canzoni più belle

Lucio Dalla: la Puglia ha ispirato le sue canzoni più belle

1 Agosto 2020 0 Di Cristiana Lenoci

Quando si parla di Puglia e di pugliesi DOC non si può non ricordare Lucio Dalla, morto il 1° Marzo del 2012. L’amore di questo cantautore italiano per la Puglia è stato a dir poco viscerale. Il cantante bolognese, che aveva la madre di origini pugliesi, pur essendo nato e vissuto a Bologna non perdeva mai occasione di dichiarare apertamente il suo attaccamento per questa terra e di tornare nei luoghi in cui aveva vissuto felicemente la sua infanzia.

Più volte, infatti, veniva avvistato a Manfredonia e dintorni, soprattutto nel periodo estivo, quando lasciava tutto e si rifugiava tra le spiagge e il mare cristallino del Gargano. Ma la sua “seconda casa” in Puglia erano sicuramente le Isole Tremiti, un territorio ancora selvaggio e non meta di turismo di massa in cui Lucio Dalla scrisse tre delle sue più famose canzoni.

La prima canzone che Dalla scrisse ammirando il mare e la natura che caratterizzano queste isole pugliesi è stata l’indimenticabile “4 Marzo 1943”, che presentò a Sanremo nel 1971 e che si aggiudicò il terzo posto in classifica.

L’anno seguente Lucio Dalla tornò all’Ariston con una canzone che resta nella storia della musica leggera italiana, intitolata “Piazza Grande”. Il cantautore ha più volte dichiarato di aver composto questo brano dedicato ai senzatetto lasciandosi ispirare dalla bellezza incontaminata delle Tremiti.

Ma le splendide isole pugliesi sono fonte di ispirazione anche per un altro brano molto particolare e “intimo”, che Lucio Dalla scrisse qualche anno dopo, “Com’è profondo il mare”.

Sono un emigrante al rovescio- diceva spesso– sono nato a Bologna, ma quando posso scendo al Sud dove mi sento a casa. Ho vissuto a lungo a Manfredonia, dove i miei genitori avevano una sartoria. Qui mi sento a casa, anche se una parte del mio lavoro, mi segue sempre: nelle mie due case, a San Domino e a San Nicola, ho creato uno studio di registrazione”.

Le isole Tremiti erano un rifugio che lo stimolavano a “pensare in musica”. “Ogni volta che venivo in Puglia c’ è sempre stato qualcosa che mi ha spinto a pensare in musica, a sentire i suoni, a vedere i colori in modo diverso da come mi arrivavano dagli altri posti dove i miei viaggi mi portavano. Certe volte il cielo mi aggrediva con il suo blu dolcemente sfrontato che invadendo, ma senza violenza, il bianco delle rocce e il marronverde delle montagne si faceva vedere come fosse una partitura ancora non scritta, dove i movimenti delle note appena accennati quasi come una sinopia aspettavano che io li completassi, li cambiassi o semplicemente li suonassi chiudendo gli occhi e leggendone il profumo con il sesto senso della mia anima ancora acerba, ma già pronta alla musica. A ogni tipo di musica”.

Sono intensi i ricordi che legano Lucio Dalla alla Puglia.

Appena sveglio, da bambino, restavo a lungo sdraiato sul letto al fresco delle lenzuola di lino ricamato a sentire il rumore degli zoccoli degli altri bambini e mi sentivo meno solo se giocavo con le ombre della gente che per strada passava dietro le tende della mia finestra. Il mare dello stabilimento Tricarico era a pochi metri da casa mia e io a Manfredonia in quegli anni ci ho lasciato l’anima. Fin da allora sapevo già che sarei diventato un musicista. Sentivo i rumori che uscivano dalla spiaggia, il sound della pallina che andava da un tamburello all’altro (e pensavo che fosse un assolo di Gene Krupar) e la voce roca di un pescatore che vendeva cannolicchi mi faceva venire in mente lo scat di Louis Armstrong. Ma soprattutto erano i cori delle processioni, l’organo della chiesa di San Giovanni Rotondo e il fumo della locomotiva che portandomi da Foggia a Manfredonia si fondeva con lo scalpitio del cavallo e lo stridore delle ruote della carrozza ed evocava in me misteriose armonie e scomposte melodie che più tardi, molti anni dopo, mi avrebbero spinto ad amare la feroce e intensa drammaticità e il profondo commuovermi che ho provato appena scoperto Puccini e il fascino del melodramma”.

Oggi abbiamo voluto ricordarlo così, mentre in sottofondo scorre la sua indimenticabile musica. Ciao, Lucio.