Pio e Amedeo, il programma “Felicissima sera” fa il botto: ma c’è chi dice “No”

Pio e Amedeo, il programma “Felicissima sera” fa il botto: ma c’è chi dice “No”

1 Maggio 2021 0 Di Cristiana Lenoci

Un tempo la televisione proponeva, in prima serata, i programmi di intrattenimento in cui, oltre alla banalità e alla comicità, si cercava di veicolare qualche messaggio più serio che potesse raggiungere i telespettatori esigenti e attenti ai particolari(e forse prima ce n’erano di più, per fortuna).

Oggi, che ognuno di noi è abituato a guardare la televisione con occhio più distratto e che la quantità batte sicuramente la qualità di ciò che si vede (la quarantena, in alcuni, ha aumentato il numero di programmi guardati in tv pur di tenersi compagnia o ingannare il tempo), anche i telespettatori critici sono inferiori sia nel numero che nella forza.

Che bello, ci sono Pio e Amedeo in tv. Ci vuole un po’ di leggerezza, in questo periodo. Ben venga, certo. Il varietà di una volta aveva proprio questo scopo: intrattenere il pubblico a casa per distrarlo dalla routine di ogni giorno. Si aspettava il sabato per gustarsi un programma della Raffa Nazionale o Corrado, o Mike Buongiorno (per dirne solo alcuni).

Ma il duo comico foggiano a tanti non fa ridere. Il motivo? Non c’è bisogno di offendere, utilizzare parole forti e sfottimenti vari per attirare l’attenzione del pubblico. In un programma televisivo in prima serata su Canale Cinque permettetemi (e non sono perbenista) di non voler sentire un linguaggio così triviale, da taverna o da tavolata tra maschiacci un po’ trogloditi.

Non dobbiamo vergognarci di dire la parola ‘neg*o’ perché conta la cattiveria nella parola, conta l’intenzione. Se l’intenzione è cattiva, allora è da condannare. Il politically correct ha rutt’o ca**“, hanno detto.

Ok, allora se proprio le parole contano come è giusto che sia, cominciate ad usarne di meno e che siano quelle giuste. Non bisogna far ridere a tutti i costi, e non è necessario ricorrere ad esempi come la malavita, la delinquenza foggiana e dintorni per riscuotere applausi e consensi (che probabilmente arrivano proprio da quella stessa gente).

E non ci piace sentire che Bitonto è una Cerignola che non ce l’ha fatta (perché come le rubano a Cerignola le macchine, non le ruba nessuno).

Permettetemi di sentirmi offesa, visto che a Cerignola, Foggia, Bitonto e in Puglia c’è molto, molto di meglio.

Come giustamente qualcuno metteva in evidenza, la televisione dovrebbe essere cosa ben diversa da una tavolata tra amici che sparano cavolate.

Abbiamo davvero bisogno di questo, in un periodo del genere? O di puntare su una comicità più sana che ci riporti a momenti spensierati ma dove ogni parola sia quella giusta, e non sparata giusto per fare scena?