
Puglia: quali sono i dialetti parlati nella regione
17 Gennaio 2021Il 17 Gennaio si celebra la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali. Abbiamo allora pensato, in occasione di questa ricorrenza, di dedicare un articolo ai dialetti pugliesi, partendo da un necessario presupposto: la Puglia si divide in due regioni dialettali.
Da una parte c’è la zona in cui si parlano i dialetti apulo-baresi, dall’altra invece sono diffusi quelli apulo-daunici (che per la precisione comprendono quelli apulo-foggiani, dauno-appenninici e garganici).
Il dialetto di alcuni paesi dei Monti Dauni (in provincia di Foggia) è molto vicino a quello campano o molisano perché la Capitanata, almeno sino al XVI secolo, comprendeva anche terreni appartenenti all’Irpinia e al Sannio.
Nei seguenti secoli XII e XIII le Università locali sono riuscite a mantenere vive le tradizioni locali, e di conseguenza anche il dialetto. Le lingue locali parlate si mischiavano tra loro ed era difficile distinguerle anche all’interno di uno stesso paese: molto spesso il dialetto utilizzato cambiava in base alle attività professionali svolte e alle classi sociali.
La Puglia è una delle regioni italiane in cui le lingue locali sono sempre state più vivaci e vitali, dal punto di vista lessicale e fonetico. Ovviamente non mancano le differenze legate alla posizione geografica: se i paesi più interni si caratterizzano per un maggiore attaccamento alle tradizioni (e al dialetto antico), quelli che si affacciano sul mare nel tempo sono stati maggiormente influenzati da elementi innovativi.
Oggi in Puglia il dialetto è ancora la lingua privilegiata nei rapporti più intimi, tra i familiari e gli amici più stretti. In alcuni ambiti particolari, poi, come ad esempio tra agricoltori, è improbabile che si parli in italiano anche se le persone non si conoscono tra loro.
Se parliamo di scrittura dialettale, la Puglia è ricca di testimonianze e di cultori del dialetto che hanno tramandato la bellezza di questo idioma nel tempo.
In Puglia, e più nello specifico in Salento, esistono le c.d. “isole linguistiche”, ossia territori il cui dialetto è stato influenzato dalla lingua dei Paesi dei conquistatori o fondatori. E’ il caso della Grecia salentina (che comprende nove comuni della provincia di Lecce, con Calimera come capofila) dove la maggior parte degli abitanti parla il “griko” (lingua greca mista a fonemi salentini).
Nel Sub appennino dauno (in provincia di Foggia), invece, ci sono i due comuni di Celle S. Vito e Faeto, dove si parla il “franco provenzale” proprio perché furono conquistati da tali popoli.
Nel Tarantino vi è un paese, S. Marzano di S. Giuseppe, dove la lingua più diffusa è l’albanese. Gli albanesi, infatti, arrivarono in questa zona una prima volta nel 1468, la seconda nel 1479, dopo l’occupazione turca. Fino al 1595 in questo territorio pugliese stanziarono più di 4000 albanesi.
I dialetti salentini si dividono in tre gruppi distinti: salentino settentrionale a varietà brindisina; salentino centrale a varietà leccese e salentino meridionale con varietà otrantina.
Di dialetto e modi di dire pugliesi avevamo già parlato in questo articolo
Il comico pugliese Pino Campagna