Stefano Manzo, ricercatore pugliese: ad Amsterdam per contribuire alla cura del cancro

Stefano Manzo, ricercatore pugliese: ad Amsterdam per contribuire alla cura del cancro

20 Febbraio 2019 0 Di Cristiana Lenoci

Sono tanti i giovani pugliesi che decidono di andare all’estero per mettere a frutto competenze e professionalità che, qui in Italia, non trovano il riconoscimento che meritano. Si sa, la ricerca nel nostro Paese è uno dei settori più in crisi: lo Stato investe raramente nei progetti e bisogna contare piuttosto su privati facoltosi e fondazioni che prendono a cuore singole settori.

Stefano Manzo ha 32 anni, ed è originario di Botrugno, un paese del Salento. Da qualche tempo si è trasferito in Olanda, ad Amsterdam, perché ha vinto una borsa di studio nell’ambito del progetto ICARE-2 (International Cancer Research Fellowships) promosso da AIRC, che ha deciso di investire più di 108 milioni di euro per sostenere economicamente i ricercatori che, come Stefano, si impegnano a studiare i meccanismi del cancro per cercare una cura più efficace. Fino ad oggi la Fondazione AIRC ha finanziato 524 progetti di ricerca, 24 programmi speciali e 101 borse di studio.

In particolare, Stefano sta analizzando la proteina “Topoisomerasi 1”, poiché pare che questa possa contribuire alla composizione di nuovi e più efficaci medicinali utilizzati in chemioterapia, e nel contempo diminuirne la tossicità. La borsa di studio che permette al ricercatore salentino di proseguire nella ricerca è offerta dai parenti dei malati e dai pazienti stessi. “Avverto la responsabilità del compito che mi è stato affidato da AIRC”, dichiara Stefano.

L’esperienza all’estero si rivela stimolante per Stefano: “Qui la vita è più facile perché ci sono i soldi per fare ricerca, molti più fondi, il supporto logistico, si procede al doppio della velocità rispetto all’Italia”, dice.

Come succede a molti pugliesi espatriati per realizzarsi professionalmente, anche Stefano parla con nostalgia del suo paese salentino. “Qui ti scordi come è fatto il sole, il sole è sempre molto coperto. La luce è poca, e d’inverno il sole non sorge prima delle nove del mattino”. Ma quando c’è la gratificazione economica e professionale questo aspetto può anche passare in secondo piano. In bocca al lupo Stefano!