Vado a vivere in un borgo: l’intervista al Sindaco di Biccari a cura di Paolo Zeoli

Vado a vivere in un borgo: l’intervista al Sindaco di Biccari a cura di Paolo Zeoli

17 Luglio 2022 0 Di Cristiana Lenoci

Stando agli ultimi dati censiti sulla popolazione del Belpaese, emerge che sempre più italiani vogliono scappare dalla città per andare a vivere nei borghi. Molti fanno questa scelta perché nel borgo è più semplice e il costo della vita è più basso rispetto alle città. Tutto è più accessibile, non c’è il problema del traffico e non c’è lo stress di trovare parcheggio dell’auto. Oltre allo stile di vita tranquillo, e all’ambiente rilassato, si possono intraprendere rapporti duraturi e di mutuo soccorso con il vicinato. I vantaggi nel vivere nei borghi si possono riassumere: costi delle case inferiori, tranquillità, aria pulita, facilità di trovare parcheggio, presenza di aree verdi.

A tal proposito, ho voluto intervistare il sindaco di un piccolo ma virtuoso borgo dei Monti Dauni in provincia di Foggia, Gianfilippo Mignogna, che negli ultimi anni sta portando avanti una politica di promozione e incentivazione della vita nei borghi.

Per quale motivo una persona dovrebbe cambiare vita, lasciare la vita metropolitana e vivere nei piccoli borghi? C’è tanta gente nel mondo interessata allo stile di vita tipica di un borgo. Partendo da situazioni molto diverse: caos, traffico, inquinamento, criminalità, grande stress, individuano nei borghi un valore aggiunto, e noi dobbiamo rivolgerci a questo target di persone.

Secondo te, è necessario offrire forme di incentivazione a chi si trasferisce nei piccoli borghi (progetto case a 1 euro, mancato pagamento di Imu, tari etc o prezzi calmierati, etc?).

FM: Si, una forma di incentivazione per i piccoli borghi sarebbe importante non solo per chi si trasferisce, ma anche per  chi già ci vive. Immagino un sistema fiscale agevolato, differenziato  o l’introduzione dei pagamenti ecosistemici.

Chi vive nei piccoli borghi spesso svolge una funzione fondamentale a beneficio di chi vive nelle città, perché presidiare il territorio (montagne, boschi, sorgenti), evitare che porzioni importanti del territorio siano abbandonate, sono tutte attività che assumono una funzione pubblica che va oltre l’interesse del singolo territorio, hanno una funzione di riequilibrio territoriale per chi vive in altre zone.

Perciò da anni si discute dell’introduzione a pieno regime dei pagamenti ecosistemici e quindi del riconoscimento di un valore economico alle persone che vivendo in contesti marginali svolgono una funzione importante.

Sarebbe un elemento di grande incentivazione alla restanza o all’arrivo di nuova gente nei piccoli borghi nell’entroterra, ma sarebbe anche il riconoscimento di un ruolo e di una dignità, e quindi avrebbe anche un grande significato politico.

Quali servizi dovrebbe offrire un piccolo borgo per attirare turisti o nuovi residenti?

FM: Innanzitutto il borgo deve essere autentico, deve essere vero, si sta affermando una narrazione pericolosa dei borghi cartolina, dei borghi villaggio, di paesi ideali da piccolo mondo antico, dove tutto è bello, tutto è cortese quasi da pubblicità. In realtà questa è una forma distorta di proporre il “prodotto” borgo. Io credo, innanzitutto che debba essere una realtà autentica, vivace, viva.

Il primo servizio necessario e immateriale è il servizio dell’ospitalità della buona accoglienza, del buon vivere, della comunità località che ha piacere di ospitare, che ha voglia di ospitare. Sono le persone che ospitano a fare la differenza più che le grandi infrastrutture e servizi che non abbiamo, quindi bisogna fare un grande lavoro sulla comunità locale, sulla qualità della vita delle persone locali.

Anche Carlo Petrini, il fondatore di “Slow food,” sostiene che il turismo del futuro si giocherà molto sulla qualità della vita e sulla felicità delle persone residenti che ospitano. Se le persone sono felici di vivere nel proprio paese, poi saranno felici di condividere questo benessere, questa qualità della vita anche con i turisti, quindi è importante partire dalla comunità locali, oltre ad altri attrattori che bisognerà senza dubbio attivare.

Nel comune che amministri, Biccari, ci sono stati turisti italiani o stranieri che hanno acquistato case?

FM: Si, certo. Nel nostro comune siamo partiti a marzo 2021 con un progetto di vendita di case nel centro storico a 1 euro o a prezzi agevolati, e nel giro di un anno abbiamo venduto 22 case, sono state vendute quasi esclusivamente a cittadini stranieri (argentini, tedeschi, portoghesi, americani, russi) che sono molto interessati a vivere per qualche mese o anche in maniera più stabile in un comune italiano, sono molto attratti dalla nostra qualità della vita, dalla capacità di instaurare relazioni umane autentiche, sono alla ricerca di sapori  semplici e tradizioni.

Tutto questo produce un duplice vantaggio: da un lato ci aiuta a mantenere il decoro del paese, perché spesso le case abbandonate costituiscono un problema urbano e igienico sanitario, dall’altro ci sta aiutando tanto dal punto di vista economico, mettendo in moto un circuito  (incarichi ai progettisti e alle ditte che si muovono attraverso queste vendite). Attualmente una coppia messicana  è interessata al nostro territorio.

Quale forma di incentivazione hai messo in atto nel tuo Comune?

FM: Non c’è stata una vera e propria forma di incentivazione, abbiamo piuttosto favorito un lavoro di promozione di case a basso costo attraverso un portale specifico, abbiamo diffuso e promosso il progetto “Case ad 1 euro” direttamente con la CCN, ricevendo oltre ventimila e-mail di contatto di persone interessate all’acquisto di case. Il prezzo è infatti assai conveniente, perché non superano i venti-trenta mila euro. L’incentivazione più importante è quella di poter contare sull’aiuto concreto di persone del posto, come ad esempio il responsabile del progetto, il geometra Angelo Pierro. Lui prende in carico l’ospite, lo accoglie, gli fa vivere delle esperienze legate al nostro territorio, gli fa vedere le case che possono fare al caso suo, lo ospita per qualche giorno, calandolo così nella realtà quotidiana del paese. La differenza non è economica, ma relazionale. Ci siamo resi conto che gli stranieri non sono alla ricerca di un business immobiliare, ma piuttosto di una vita nuova, hanno fame di esperienze nuove e relazioni autentiche.

Quali servizi o attività devono essere istituiti o incrementati, affinchè il comune diventi più attrattivo?

FM: Abbiamo costruito un processo di crescita che ci ha portato ad ottenere la Bandiera Arancione (il marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club italiano), abbiamo digitalizzato molti dei nostri prodotti attraverso diversi siti sia istituzionali che non, abbiamo incrementato gli eventi, abbiamo aumentato le occasioni di lavoro per i B&B e le strutture turistiche, i ristoranti per i produttori tipici.

Ultimamente abbiamo anche introdotto il mercato della terra di Slow Food, anche in versione e-commerce. Abbiamo lavorato parecchio sul Parco Avventura, sui sentieri, sulla possibilità di dormire nel bosco all’interno della Bubble Room, abbiamo realizzato una serie di attività coerenti con la vocazione del territorio, leggere e semplici dal punto di vista infrastrutturale, ma adatte a far vivere delle esperienze particolari a chi lo desidera.

Quali sono le criticità che impediscono un maggiore flusso turistico nei borghi (viabilità, reti, ecc.)?

FM: Le criticità sono tante. Per prima cosa bisogna potenziare gli elementi attrattori: borgo, centro storico, la zona di montagna. C’è necessità di interventi, di promozione, manutenzione, tutte attività che un piccolo comune non riesce a sostenere con il proprio bilancio. Quindi occorrono investimenti più mirati e cospicui da parte del Governo e della Regione. Le infrastrutture sono importanti, sia quelle materiali che immateriali, ad esempio la banda larga, i collegamenti stradali con i comuni limitrofi attraverso i mezzi pubblici, che sono più difficili e complicati nei giorni festivi.

E’ quindi fondamentale la promozione e la divulgazione a livello territoriale e attraverso la Rete, ma in modo più professionale e puntuale, anche se-devo dire la verità- negli ultimi anni sono stati fatti notevoli passi avanti, grazie alla collaborazione di altri comuni e del GAL Meridaunia. Tutti però siamo chiamati a fare del nostro meglio per far crescere e migliorare il territorio in cui viviamo.

Ringraziamo il Sindaco di Biccari per questa interessante intervista.

Vi invito ad iscrivervi e visitare il gruppo Facebook “Travelling Capitanata”, una comunità di promozione e valorizzazione della provincia di Foggia. In questo gruppo potete scoprire e vivere la bellezza di borghi affascinanti come appunto Biccari, amministrato dal Sindaco Filippo Mignogna.

L’articolo è stato realizzato da Paolo Zeoli

 

Filippo Mignogna, Sindaco di Biccari (Fg). 

Uno scorcio di Biccari, sui Monti Dauni.