
Checco Zalone, il suo brano “l’Immigrato” suscita polemiche: c’è chi lo ritiene razzista
9 Dicembre 2019Manca pochissimo all’uscita del nuovo film di Checco Zalone, che si intitola “Tolo Tolo”. Intanto il comico pugliese sta sbaragliando le hit musicali con un singolo, “l’Immigrato”. Una canzone irriverente, forse. Satirica sicuramente.
Dopo qualche giorno dall’uscita del singolo già divampano le polemiche. Alcune associazioni che si occupano di immigrazione sono insorte, dando del “razzista” a Zalone per i contenuti e i toni del brano.
C’è chi invece trova la canzone scritta dal comico una genialata per ingannare l’attesa dell’uscita del film (che avverrà il 1° Gennaio 2020).
Una cosa è certa: bisogna ascoltarla attentamente prima di esprimere qualsiasi giudizio. Non sbaglia chi ritiene che, rivolgendosi Zalone ad un “italiano medio” che spesso non ha gli strumenti per afferrare la satira che può esserci dietro, il brano potrebbe apparire razzista e anche irriverente nei confronti degli immigrati.
Andando un po’ oltre (non dimentichiamo che Zalone ha un gran cervello, e che di questi tempi per far ridere bisogna averne molto), io direi che nell’Immigrato si coglie una vena satirica che non colpisce certo la categoria degli immigrati, ma gli italiani stessi.
Con questo brano il comico prende in giro le paure inconsce ma anche esplicite di tutti noi, nessuno escluso. In un tempo in cui Salvini impera con i suoi slogan leghisti Zalone si diverte rovesciare stereotipi e clichè. Un esempio? Non è più il marito che porta a letto l’amante straniera, ma la moglie che porta a letto l’immigrato.
Sui social le polemiche proseguono senza sosta: molti non conoscono i limiti della decenza e passano alla calunnia, all’offesa e alla minaccia.
Ma se provassimo anche noi a prenderci un po’ meno sul serio? A rovesciare i rigidi stereotipi e clichè mentali che ci imbrigliano impedendoci di osservare la realtà a 360°?
Il rischio che l’italiano medio non riesca a cogliere la satira di Zalone purtroppo esiste, ed è molto concreto. Ma lui se ne fotte altamente, va avanti per la sua strada e induce il suo pubblico a riflettere su situazioni che ci riguardano tutti da vicino e che, a volte, facciamo semplicemente finta di non vedere. Per poi scriverne (senza cognizione di causa) sui social.
Allora, forse, potremmo anche rilassarci e provare a riderci su.