
Coincidenze strane, storie di fantasmi e stanze segrete – Cosa si nasconde dietro il Teatro Petruzzelli?
5 Luglio 2019 0 Di Vincenzo Barnabà
Sono tanti i misteri che si nascondono all’interno del teatro Petruzzelli di Bari, il quarto più grande d’Italia, inaugurato nel 1903 e rinato dalle sue stesse ceneri nel 2009, dopo che un incendio doloso l’aveva quasi del tutto distrutto 18 anni prima e grazie a fondi europei, arrivati anche negli anni successivi.
Nato alla fine dell’Ottocento all’ingresso del quartiere Umbertino e sul centralissimo Corso Cavour, il suo palcoscenico, il quarto più grande dell’intero Paese, ha accolto i più grandi attori del secolo scorso, ma anche famosi tenori ed etoile di fama internazionale, è stato set di film di successo e simbolo di una città che l’ha sempre considerato il suo cuore pulsante, sopravvissuto a due guerre e al vasto incendio dell’ottobre del 1991, che avrebbe potuto distruggerlo per sempre. Ecco, allora, ciò che probabilmente ancora non sapete sul teatro Petruzzelli di Bari e sulla sua storia, fatta di successi, cadute e riscatto.
Tra le curiosità legate alla storia del teatro Petruzzelli di Bari ce ne è una che riguarda l‘incendio del 27 ottobre 1991. L’ultima opera rappresentata sul palcoscenico poche ore prima di quella tragica notte fu la “Norma“, spettacolo in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, che si conclude proprio, ironia della sorte, con un incendio, quando la protagonista, Norma, sale sul rogo insieme all’uomo da lei amato. Una tragica coincidenza, ben impressa nei ricordi dei cittadini pugliesi. La platea e il palcoscenico sono stati completamenti sventrati dalle fiamme, mentre l’unico ambiente che è riuscito a sopravvivere è il foyer, rimasto praticamente integro ad eccezione di alcuni piccoli particolari perché ebbe la capacità di fungere da canna fumaria. Proprio il foyer del teatro Petruzzelli di Bari è stato utilizzato come set di uno dei più importanti film della storia del cinema italiano, e cioè “Il giovane Toscanini” di Franco Zeffirelli del 1988. Il regista trasformò l’ambiente nel salone di una nave. Anche nella colonna sonora il soprano statunitense Aprile Millo canta brani di Aida con Carlo Bergonzi (il tenore Tobia Bertini) accompagnata dall’Orchestra ed il Coro del Teatro Petruzzelli e dal violoncellista Antony Cooke. Lo stabile del capoluogo pugliese ha fatto anche da cornice ad alcune scene di “Polvere di Stelle” di Alberto Sordi, commedia del 1973 interpretata insieme a Monica Vitti: qui i due attori sono marito e moglie, rispettivamente capocomico e soubrette, che proprio al Petruzzelli vivono il loro sogno di gloria e fantasticano sul futuro. In una scena in particolare i due si inchinano dinnanzi al teatro in segno di rispetto.

La leggenda del fantasma del soldato americano
Come in tutti i luoghi ricchi di storia, non mancano neppure al teatro Petruzzelli leggende di fantasmi che si aggirano indisturbati per i locali dello stabile. In particolare, si tramanda la credenza secondo la quale un marine americano, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, si sia ucciso all’interno dello stabile lasciando che la sua anima girovaghi tra il palco e la platea.
La stanza dei misteri distrutta dall’incendio
Infine, pochi sanno dell’esistenza di una stanza segreta all’interno del teatro Petruzzelli, dove sarebbero conservati alcuni oggetti ricchi di storia e di mistero. A raccontarne l’esistenza è stato Antonio Manzari, caposquadra macchinista, intervistato da Roberto Giacobbo per uno speciale dedicato allo stabile barese della sua trasmissione “Voyager“: “Sapevo di una stanza dove c’era un ripostiglio, l’ho trovata tastando il muro – ha detto -. C’erano alcuni scrittoi e si vedevano su alcuni mobili degli spadini d’epoca ed elmetti, ma anche pergamene firmate da Benito Mussolini e del re imperatore Vittorio Emanuele III. Poi il teatro è crollato e nessuno è mai riuscito più ad entrarci. Nessuno ha più potuto vedere ciò che era in quella stanza”. L’incendio del 1991 ha così distrutto documenti probabilmente preziosi per la storia d’Italia che resteranno per sempre un mistero.