Joy Dance: all’Orys Fest di Cerignola l’ideatrice Francesca Rucci

Joy Dance: all’Orys Fest di Cerignola l’ideatrice Francesca Rucci

2 Aprile 2019 0 Di Cristiana Lenoci

La danza è espressione del corpo, è gioia, ed è così fin dagli albori della storia. Non poteva terminare altrimenti l’evento tenutosi presso Palazzo Fornari di Cerignola (Fg), nelle giornate del 30 e 31 Marzo, incentrato sull’educazione alla Felicità, ossia l’Orys Fest, se non danzando, con una lezione dimostrativa sul metodo della Joy Dance ® a cura dell’insegnante di danza Francesca Rucci, di origini biscegliesi e residente a Palese (Bari).

Grandi e piccini hanno eseguito vari esercizi dedicati al corpo in relazione allo spazio, agli oggetti, al tempo e alle persone circostanti.   “La vera essenza della Joy Dance è quella di esprimere attraverso i movimenti la nostra felicità, ciò che sentiamo dentro senza sentirsi inadeguati o lontani dalla perfezione di quei ballerini snelli e agili. Quello che voglio diffondere è l’idea che chiunque può sentirsi vivo attraverso la danza” queste le parole dell’ideatrice del metodo, Francesca Rucci.  Al termine della lezione erano ben visibili i sorrisi dei partecipanti e questo a dimostrazione di quanto la danza possa esprimere gioia ed entusiasmo in ogni momento della vita.

La lezione si è svolta seguendo uno schema di otto fasi, volte a far scoprire ai partecipanti i movimenti del loro corpo, le parti che lo compongono, lo spazio che li circonda e come interagire con esso. Nel primo passo i partecipanti si presentano non utilizzando la voce, bensì il corpo: ogni allievo si presenta all’altro attraverso un particolare movimento del suo corpo, a cui il compagno di lezione risponde prima imitando lo stesso e poi mostrando un suo passo di danza.

Nella seconda parte, allievi e allieve sono invitati a prendere coscienza di ogni singola parte del loro corpo, motivo per cui ballano muovendo una sola parte di esso; presupposto importante è che i partecipanti debbano immaginare di essere invisibili, e ad essere visibile è solo l’arto in movimento, che deve appunto rappresentare la persona che lo muove. Dopo, i partecipanti alla Joy Dance vengono coinvolti nella scoperta dello spazio in cui il corpo è immerso: basso, ossia il pavimento, medio e fa riferimento allo spazio in cui normalmente ci si muove e infine alto, tendente verso il cielo. I partecipanti scoprono movimenti nuovi in ogni spazio, guidati dall’insegnante, con una base sonora di sottofondo che li guida attraverso tale esperienza. Il tutto immerso nell’ambientazione di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Nel quarto passo chi partecipa scopre come ci si muove nello spazio, e le dinamiche attraverso cui il movimento può essere svolto. In base ad ogni paese nominato, e alla musica di sottofondo, vi è uno stile di movimenti che varia dal baldanzoso ai passi silenziosi, felpati.

L’esempio riportato dall’insegnante Francesca Rucci è quello dei ballerini professionisti che, nell’eseguire una piroetta, concentrano lo sguardo su un solo punto dell’ambiente circostante. I partecipanti sono invitati a formare dei gruppi, ognuno con un proprio focus e chi le osserva deve indovinare quale esso sia.  La sesta fase si concentra sull’attività di coppia, motivo per cui l’attività è denominata tandem: in questa fase specifica il gruppo forma delle coppie e ogni coppia è alternativamente guidata da uno dei due elementi, che devono eseguire gli stessi movimenti, invertendosi quando odono un fischio. Segue “il mago” un’attività in cui i partecipanti imitano i movimenti di un foulard, mosso dal capogruppo: il concetto vuole che il foulard rappresenti il gruppo, motivo per cui questo ne imita i movimenti.

L’ottava, nonché ultima attività riguarda la considerazione del movimento, che avviene in maniera singolare: tutti, insegnante inclusa, danzano una danza proveniente dall’Isola di Kos. La tradizione vuole che le donne di tale isola danzino in cerchio, sulla battigia, in attesa del ritorno degli uomini dalla consueta uscita della pesca. Con questa attività, la lezione è conclusa: i partecipanti hanno espresso e scoperto il loro corpo, lo spazio che lo circonda e soprattutto, sono sorridenti!

Articolo realizzato da Rita Diliddo e Anna Pia Dente