
Raffaele Vitto e la Land Art: la nuova frontiera dell’arte che si ispira alla Natura
3 Novembre 2019Succede spesso, a chi intervista persone per lavoro o per curiosità, di emozionarsi. Quando ho incontrato Raffaele Vitto, giovane artista pugliese, ho colto nei suoi occhi una luce diversa, intensa. Improvvisamente, parlando con lui, si sono azzerati in un attimo quei luoghi comuni che spesso si sentono dire sulle giovani generazioni, definite sfaccendate, viziate e senza sogni.
Raffaele è un artista legato alla terra, per due motivi: è un contadino che aiuta suo padre a lavorare nei campi, e dall’ambiente agricolo trae ispirazione- come fanno gli artisti seguaci della Land Art– per realizzare le sue opere.
Lo abbiamo incontrato perché dall’emozione nasce sempre qualcosa di bello: grazie a Raffaele e alla sua arte povera nei materiali ma ricca nei contenuti abbiamo potuto conoscere e approfondire la Land Art, un movimento artistico “naturale” che qui in Puglia ha preso piede, coinvolgendo tantissimi giovani artisti.
R: Land Art come espressione artistica naturale ed anche eco-sostenibile. È questo il futuro dell’arte a favore del pianeta?
RV: Non so rispondere precisamente a questa domanda, perché la Land Art storicamente nasce in America intorno gli anni ’60 come una sorta di ribellione da parte degli artisti contro quello che era considerato il sistema dell’arte. Penso che nel momento in cui è nata, non c’era tutta questa preoccupazione nei confronti del pianeta. Di certo non era previsto che avremmo ridotto la nostra terra in questo modo. Oggi che stiamo iniziando a subire seriamente le conseguenze dell’inquinamento, forse questo genere di operazione artistica può aiutare a riflettere seriamente, che poi in generale è il ruolo dell’arte e dell’artista.
R: Quali sono i messaggi che lanci di solito attraverso le tue installazioni artistiche?
RV: Non sempre è un messaggio quello che voglio dare attraverso le mie opere, penso che l’arte nonostante il suo ruolo universale sia sempre soggettiva, e in un’opera ognuno ci vede un po’ quello che vuole, questo in base alle esperienze di vita, alla sensibilità che ognuno di noi ha. Quello che voglio, quello che cerco di fare, è invitare il fruitore alla riflessione, perché oggi più che mai c’è bisogno di pensare, di riflettere con la nostra testa, non con quella degli altri, non di quelli che udiamo continuamente e in maniera passiva in tv o tramite uno smartphone, è importante che ascoltiamo noi stessi! Questo penso possa essere importante anche per comprendere meglio le opere degli artisti.
R: Sei uno scultore: hai qualche artista di riferimento? Qualcuno a cui ti ispiri in particolare?
RV: Gli artisti come Alberto Burri, Joannis Kounellis, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Mario Merz e tanti altri sono stati sicuramente di riferimento. Conoscere e confrontarmi con altri artisti, ma in generale con altre persone è sempre molto importante per me. Principalmente mi ispiro “studiando” il luogo in cui mi trovo, osservando il lavoro contadino che anche io pratico. Questa è la mia principale fonte di ispirazione.
R: Un giovane artista in Italia: pensi che qui vi siano prospettive di crescita?
RV: Sono ancora all’inizio della mia carriera artistica se così si può definire, e quindi ancora all’inizio di questo percorso avviato nel territorio che vivo, penso di avere ancora molta strada da fare, e quando sarò formato, potrà sicuramente interessarmi un esperienza fuori nazione. Non voglio pormi degli obbiettivi precisi in questo senso, ma sono sicuro che se andrò fuori sarà per confrontarmi con un luogo diverso, e per tornare nel mio paese più ricco e consapevole.
R: Puglia e Land Art, ci sono altri giovani artisti come te che la praticano?
RV: La Land Art sicuramente può interessare molti artisti e solo che, per saperlo, bisogna provarci. L’idea di lavorare in uno spazio ambientale, sicuramente interessa a molti altri giovani artisti come me.
R: Da dove prendi ispirazioni per la realizzazione delle tue opere o installazioni?
RV: Penso sia molto importante far conoscere una piccola nota biografica. Io sono figlio di contadini da diverse generazioni e ho passato l’infanzia in campagna. Ancora oggi, continuo ad aiutare mio padre nel lavoro dei campi, e per fare scultura, principalmente utilizzo il materiale che posso recuperare da questo luogo e lo lavoro con lo stesso rispetto che un contadino nutre per la propria terra, ecco perché realizzo lavori con terra tralci e radici di vite o anche materiali industriali come tubi d’irrigazione agricola. Come si può intuire nelle risposte alle altre domande l’ispirazione nasce appunto osservando il rapporto tra uomo e natura e cercando di essere sensibile a quello che ci gira intorno.
Biografia e Curriculum di Raffaele Vitto
Raffaele Vitto è nato a Canosa di Puglia il 15 novembre del 1993. Si è diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Cerignola nel 2013. Ha conseguito la laurea di primo livello in Scultura nel 2017 presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, dove è attualmente iscritto al corso di laura di II livello in Scultura. Il suo lavoro è caratterizzato dal recupero di elementi agresti, appartenenti al proprio vissuto, cui si lega la ricerca dedicata all’oggetto in relazione con lo spazio ambientale. Ha partecipato alle seguenti attività in campo artistico: “Terrigenum” – Matera (2019), “Nature Matérielle” – Conversano (2019), Apulia – Matera (2019), Land Art Festival, VI edizione (2018), Simposio Internazionale “Scultori in cava”, III edizione (2018), Workshop “Humus, scolpire con gli umori della Terra” (2018), “Materika” – Andria (2018), “G.12” – Trani (2018), “Il Segno della Passione” – Bari, Madrid (2016), “Castello Interno-Esterno” Mola di Bari (2016).
Land Art in Puglia
Si è da poco concluso in Puglia l’Apulia Land Art Festival, un appuntamento che ha richiamato numerosi artisti che si sono cimentati in alcune opere meritevoli di grande interesse. Anche Raffaele vi ha partecipato, rivelandoci che la sua esperienza è stata molto bella e formativa anche dal punto di vista umano.
Presso la Casa Rossa di Alberobello (Ba) è stata realizzata un’opera artistica collettiva di Land Art ispirata alla storia e alla memoria del luogo. Vi è infatti un progetto comunitario che prevede il recupero dell’edificio per restituirlo alla collettività come “aggregatore culturale”.
Per saperne di più sul progetto e contribuire alla sua realizzazione concreta clicca qui:
Una nuova vita per la Casa Rossa di Alberobello
Per info sulla Land Art in Puglia visitate anche la pagina Facebook di
Associazione Culturale “UnconventionalArt per l’Arte mai vista”
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