
Salento Boom: da terra selvaggia a Paradiso della Puglia
30 Agosto 2019
“Il Salento è una terra di miraggi, ventosa; è fantastico, pieno di dolcezza; resta nel mio ricordo più come viaggio immaginario, che come un viaggio vero”. Queste sono le parole che lo scrittore Guido Piovene dedicava al Salento più di mezzo secolo fa. E in effetti questa zona della Puglia è considerata da sempre, e per tanti motivi, una terra diversa dalle altre, da cui numerosi artisti hanno tratto ispirazione per le loro opere.
Con una lunga (e dolorosa) storia di emigrazione alle spalle, prima di diventare il luogo turistico più trendy della Puglia, il Salento ha vissuto decenni di isolamento, considerato “un luogo lontano e selvaggio” e privo di strutture adatte ad ospitare i turisti.
Ad attirare l’attenzione su questa terra poco allettante per il turismo sono state le imprese calcistiche della squadra del Lecce (che a metà degli anni Ottanta cominciò ad affacciarsi in serie A) , l’exploit di statisti del rango di Aldo Moro (nato a Maglie), di imprenditori come Antonio Filograna, e cineasti come Edoardo Winspeare.
Fino a 25 anni fa non c’era un treno veloce che percorresse la tratta dopo Bari, e non vi erano strutture turistiche al rango di quelle della riviera romagnola che potessero stimolare i turisti a visitare la Puglia spingendosi verso il Salento.
Basti pensare che uno degli stabilimenti più rinomati della costa salentina, il “Coco Loco”, ha aperto nel 1998, e fu uno dei primi ad intravedere il futuro turistico e balneare del Salento.
Con il tempo il Salento ha vissuto un “boom esponenziale”, e d’altronde la sua favorevole posizione geografica (essendo diviso tra il mar Ionio e l’Adriatico, con i differenti scenari e la diversa conformazione della costa) ha rappresentato sicuramente una marcia in più dal punto di vista turistico.
Negli anni Ottanta in Salento il turismo era sconosciuto. Lo scrittore Carlo D’Amicis, nel suo libro “La guerra dei cafoni”, ambientato un decennio prima nelle terre salentine, racconta bene la diffidenza esistente tra l’autoctono e il turista. Ma oggi, possiamo ben dirlo, questo lembo di “finis terrae” è stato ampiamente scoperto e valorizzato.
A partire dagli anni Novanta in poi l’ondata plebiscitaria “In Salento si sta bene, le persone sono gentili e non si spende troppo” ha portato davvero tanta gente a scoprire questa zona pugliese nelle sue diverse e suggestive sfaccettature. Uno degli anni del boom salentino è stato il 2011, ma da allora il trend è stato sempre positivo. Merito di una estate prolungata rispetto ad altri luoghi d’Italia (non è raro trovare gente disposta a tuffarsi in mare a Novembre nelle splendide acque di Porto Badisco o di Pesculuse) e delle bellezze naturali e monumentali che non si limitano alla costa.
Lecce, a giusta ragione, è denominata “la Firenze del Sud”, un vero e proprio teatro a cielo aperto. Una città meravigliosa da visitare con grande piacere in qualsiasi periodo dell’anno. Non vi è stagione che non riveli la bellezza di questa terra, che ha sempre da raccontare e che, nonostante il tempo e la distanza, sa stupire e affascinare i turisti di ogni parte del mondo.


[…] fine carriera decide di studiare da allenatore e così eccolo nel suo eterno ritorno nel Salento, in veste di collaboratore tecnico nel 2021, e poi di vice allenatore degli Under 15 […]