“Emergency Exit” dalla Puglia al mondo: il film di Brunella Filì sulla fuga dei cervelli all’estero

“Emergency Exit” dalla Puglia al mondo: il film di Brunella Filì sulla fuga dei cervelli all’estero

17 Giugno 2020 0 Di Cristiana Lenoci

Abbiamo conosciuto e intervistato Brunella Filì un po’ di tempo fa, durante il tour di promozione del suo film “Alla Salute”. Di questa giovane regista pugliese ci ha colpito la personalità prorompente, il carattere propositivo, la capacità di presentare la realtà filmica con passione ed entusiasmo. E oggi che il suo primo film, “Emergency Exit” è approdato su Amazon Prime Video abbiamo voluto ricontattarla per conoscere meglio questo progetto filmico che merita di essere raccontato.

R: Ciao, Brunella. Che piacere ritrovarti per parlare di questo tuo film. Quando hai girato “Emergency Exit” e come nasce l’idea?

BF: Emergency Exit è il mio primo film, a cui sono molto legata. Ed è anche stato il primo a raccontare le storie dei ragazzi della mia generazione che hanno deciso di emigrare, il primo a dar loro voce senza intermediari. Un documentario di viaggio nato dalla voglia di comprendere un fenomeno sociale dai numeri sconvolgenti, quello della fuga di capitale umano dal nostro Paese. L’idea è nata da un’urgenza che percepivo osservando partire la maggior parte dei miei amici e colleghi, alcuni dei quali spinti NON dalla fisiologica curiosità e voglia di fare una esperienza all’estero, quanto piuttosto dall’esigenza economica e dalla mancanza di alternative per uscire dal precariato e realizzare le proprie ambizioni. Le migrazioni esistono da sempre, ma qui parliamo di una vera e propria “diaspora” con conseguente perdita per il nostro Paese, in termini economici e di capitale umano. È il racconto della ‘ferita aperta’ di un’intera generazione che chiede l’opportunità di essere felice e rivendica il diritto a cercare di realizzare propri sogni, senza rassegnarsi.

R: Dove è stato girato e dove hai trovato le storie che vengono riportate nella pellicola?

BF: Sono partita nel 2011 telecamera in spalla, girando le prime interviste in Austria (Vienna) e Francia (Parigi), per poi continuare attraverso Norvegia (Bergen), Spagna (Tenerife), Regno Unito (Londra) e USA (NYC), in un agrodolce viaggio on the road che raccoglie le voci di dieci giovani, fra cui molti pugliesi.

Alcuni erano già miei cari amici, altri lo sono diventati, scrivendomi e chiedendomi di partecipare, di mettersi a nudo. Ho scelto le più forti e diverse, dal ricercatore universitario all’imprenditore, al pescivendolo fumettista, all’archeologa, al musicista, alla veterinaria. Tutti collegati da un animo profondamente  diviso fra la necessità di realizzare i propri sogni in un ambiente meritocratico e fertile e, allo stesso tempo, la voglia di tornare e dare un contributo al proprio Paese: non è affatto facile come spesso, erroneamente, si pensa. Il film può aiutare a capire quali sono le sfumature psicologiche dietro a questa scelta, spesso obbligata.

R: Ci sono storie e aneddoti accaduti durante le riprese che ti hanno colpito particolarmente?

BF: Ne avrei molti, per ognuno dei protagonisti. Però credo che il più interessante sia quello che riguarda il modo in cui questo film, nato in modo indipendente e senza finanziamenti sia arrivato a essere proiettato al Parlamento Europeo, a essere presentato sulla BBC e sul Guardian e infine a essere distribuito su Netflix, Amazon e iTunes, grazie alla forza delle storie raccontate e all’urgenza di farle ascoltare, con la potenza del Cinema. Una storia incredibile: dopo essere riusciti a completare il film grazie a una produttrice americana, Beth Di Santo, che ha amato il progetto più di altri qui in Italia, sono arrivati numerosi premi in Festival internazionali, tra cui alcuni molto prestigiosi come il premio per il miglior documentario straniero al Madrid International Film Festival, miglior documentario al Foggia Film Festival di Sergio Rubini, al Valle d’Itria Film Festival e al Social World Film Festival, e tanti altri. Emergency Exit è stato uno dei pochi film italiani a essere distribuiti su Netflix (fino a Marzo 2018). Oggi, è ancora possibile vederlo su Amazon Prime, iTunes e Google Play. Ne sono molto orgogliosa ed è una storia che racconto spesso ai miei studenti di cinema, per motivarli a portare avanti i progetti anche quando sembra di non vedere la meta, anche tentando strade alternative.

R: La fuga dall’Italia coinvolge anche i giovani registi indipendenti come te? Cosa ne pensi al riguardo?

BF: Direi di sì. Uno dei protagonisti del film è proprio un altro regista, Andrea Lodovichetti, molto talentuoso, che si è trasferito negli Stati Uniti per trovare un terreno fertile per le giovani idee, che spesso nell’industria filmica del nostro Paese, devono attendere anni prima di essere prese in considerazione dai finanziatori.

Per quanto riguarda me, ho deciso di restare per non ‘darla vinta’ a chi vorrebbe che le cose restassero sempre così, con noi giovani ‘relegati’ in sala d’attesa per anni. Sono stata fortunata. Portando avanti quest’idea, sviluppandola, attraverso i Festival, il circuito della sale d’autore e la distribuzione internazionale, Emergency Exit è stato un enorme successo, anche di pubblico, che ci ha consentito di vincere il bando Principi Attivi, fondando qui in Puglia la nostra casa di produzione, Officinema Doc Srls. Da quel giorno, abbiamo ricevuto così tante storie che abbiamo deciso di realizzare una serie web tratta dal film: http://www.emergencyexit.it/series.html, finanziata da Apulia Film Commission, con le storie di altri pugliesi in Medio Oriente, Portogallo, Belgio, etc.

Sette anni dopo, siamo ancora qui, con due film all’attivo e un terzo progetto in sviluppo (“Sea Sisters”) che ha appena vinto un altro bando di AFC. Siamo in qualche modo privilegiati, in un paese dove fare il lavoro che si ama è spesso ‘un lusso’ che non tutti hanno, anche se non dovrebbe essere mai così.

R:  Ci sono anche storie di chi, ad un certo punto, decide di ritornare in Italia e mettersi in gioco?

BF: Purtroppo no! Nessuno dei protagonisti da me intervistati è tornato in Italia, ad oggi. Sono tutti ancora all’estero, molti di loro hanno avuto grandi avanzamenti di carriera e hanno fatto figli, nel frattempo: Mauro Gargano, pugliese e jazzista affermato, vive ancora a Parigi con la sua compagna Cristina. Milena, insegnante nata a Bari e trapiantata in Francia, ha avuto una figlia anche lei. E così Chiara (da Bologna a Los Angeles), Patrizia (da Vicenza a Londra)  e Matteo (da Foggia a NYC). Sono felice per loro. Bisogna avere il coraggio di portare avanti le proprie scelte: ci tengo molto a invitare a a comprendere chi è partito senza tornare, per avvalersi delle condizioni migliori offerte da altri paesi: è una decisione difficile, con molti sentimenti in gioco, che va rispettata e capita. Magari il film può aiutare a farlo, come l’ho compreso io stessa. Ascoltare queste voci mi ha permesso di portare con me una preziosa esperienza personale. Facendo un film, si entra dentro le storie delle persone e non le si abbandona più.

Ancora oggi, quando rivediamo il film, sento nel pubblico una grande partecipazione emotiva: è ‘un colpo al cuore’. Spero lo sarà anche per i tuoi lettori!

Mi farebbe piacere ricevere i feedback sulla nostra pagina Facebook: Emergency Exit- Giovani Italiani all’estero

Certamente, sarà un piacere.

 

BIOGRAFIA/FILMOGRAFIA

Brunella Filì è una giovane regista e produttrice nata in Puglia. Fonda, nel 2013, la sua casa di produzione OFFICINEMA DOC ( http://www.officinemadoc.com) grazie alla vittoria del bando Principi Attivi. Ha all’attivo due film lungometraggi, pluripremiati nei Festival e distribuiti in tutto il mondo.

Il primo,“ Emergency Exit – young Italians abroad”– proiettato al Parlamento Europeo – è in streaming su AmazonPrimeVideo qui: https://www.primevideo.com/dp/B087H8CRFT, dopo esser stato scelto da Netflix per il suo catalogo italiano e aver vinto numerosi premi.

Il secondo, “ Alla Salute”, che racconta una possibile ricetta della felicità nonostante la malattia, girato in Puglia, è ora in streaming su Sky On Demand dopo aver raccolto premi nei Festival più importanti (Biografilm, Hotdocs, Thessaloniki, Houston, etc.) e proiezioni fra Europa, Asia e USA.

Brunella insegna Cinema Documentario presso l’Università di Venezia ed è membro di giuria in alcuni festival internazionali.

Oggi lavora, con il suo team, sullo sviluppo del terzo lungometraggio “ Sea Sisters”, che riguarderà l’emancipazione femminile e la parità di genere, col supporto di Apulia Film Commission, girato tra Puglia e Norvegia.