
Puglia e Cinema: il dramma del Caporalato raccontato in un film
9 Luglio 2019
Nonostante sia stata promulgata una recente legge che mira a punire più gravemente gli episodi di caporalato e di sfruttamento nel lavoro dei campi, questo dramma purtroppo è ancora vissuto in alcuni paesi del Sud Italia, e la Puglia non fa eccezione.
Nei ricordi di molti pugliesi è ancora vivo il ricordo dei nonni che coltivavano la terra per poche lire ad ora, o di alcuni mestieri del passato (come quello dello “spacca pietre”) che pur se faticosi permettevano di arrotondare un po’ le entrate a fine mese. Il caporalato è un nodo ancora tutto da sciogliere, e non è raro ritrovarsi a parlare di questa realtà che sembra assurda in una società civile e avanzata come la nostra.
Ci provano, a trattare questo tema delicato, i due fratelli registi Gianluca e Massimiliano De Serio, che nei giorni scorsi hanno ultimato le riprese della pellicola intitolata “Lo spaccapietre”, che prende spunto da una vicenda autobiografica, quella del nonno che faceva questo mestiere per campare, e di sua moglie che nel 1958 morì di fatica sui campi.
Il film, prodotto da Alessandro Borrelli, con Sarranz Pictures e Rai Cinema, in co-produzione con Shellac Sud, con il sostegno di Europa Creativa e Apulia Film Commission, è stato girato quasi interamente in territorio pugliese (nello specifico a Bari, Pulsano e Marina di Pulsano, zona di Taranto e Spinazzola, dove è ubicata la masseria che funge da principale location dell’intero film).
Nei panni del protagonista c’è Salvatore Esposito, l’attore partenopeo noto al pubblico per la sua partecipazione alla fiction “Gomorra” nel ruolo di Genny Savastano. La storia racconta di Giuseppe, un uomo che si ritrova da solo a fare da padre al piccolo Antò (interpretato invece da Samuele Carrino, originario di Gallipoli), dopo la morte di sua moglie, avvenuta mentre stava lavorando nei campi. Giuseppe promette al figlio che, un giorno, riuscirà a riavere la sua amata madre. Nel cast del film, made in Puglia 100%, ci sono alcuni attori pugliesi: Vito Signorile, Licia Lanera, Giuseppe Loconsole, Antonella Carone.
Da dove è nata l’idea di realizzare un film che trattasse l’argomento del capolarato, una piaga sociale purtroppo ancora dilagante nonostante gli interventi legislativi per arginare le sue conseguenze devastanti? I fratelli De Serio hanno preso ispirazione da una vicenda drammaticamente vera, riguardante la morte di una bracciante agricola pugliese, Paola Clemente, stroncata da un malore mentre lavorava nei campi nella campagna jonica. Il tragico episodio avvenne il 13 Luglio 2015.
I due registi hanno cercato di approfondire il tema del caporalato studiando soprattutto le inchieste effettuate dal sociologo Leonardo Palmisano e Alessandro Leogrande. Ma il caporalato ha origini remote, e tanti sono stati i personaggi pubblici e politici scesi in prima linea per combattere questa vergognosa realtà: il sindacalista cerignolano Giuseppe Di Vittorio ha guidato i braccianti pugliesi e italiani verso il riscatto dai caporali per il recupero della loro dignità di lavoratori.

Girare in Puglia un film di questo tipo, con un argomento così “forte”, consente di mettere in luce le contraddizioni tipiche di questa terra del Sud Italia e di raccontare una delle tante storie di una nazione, l’Italia, che sta perdendo la sua umanità e il senso di appartenenza. Così hanno dichiarato i registi in una conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa nel capoluogo pugliese.
All’incontro con i registi, avvenuto presso il Cineporto di Bari, ha partecipato anche il sindaco Decaro, che ha voluto raccontare un aneddoto autobiografico: la raccolta di “acinino” che faceva ogni anno in estate per pagarsi le vacanze, quando aveva appena quindici anni.
Il primo cittadino ha sottolineato che la Puglia è da sempre una terra di accoglienza, perché tantissimi pugliesi sono emigrati ed emigrano ancora oggi verso altri Paesi. Lui stesso ci ha tenuto a ricordare, durante l’incontro, che suo nonno che era andato in America per assicurare a sé e alla famiglia un futuro migliore.
