Tea Cianci: con il mio libro puoi diventare “chef nella tua cucina”

Tea Cianci: con il mio libro puoi diventare “chef nella tua cucina”

19 Marzo 2019 2 Di Cristiana Lenoci

Freschezza, carisma e una simpatia travolgente, oltre ad ottime doti culinarie e passione per il mondo della ristorazione, sono le caratteristiche principali che descrivono la   protagonista   di   questa   intervista,   la   chef cerignolana   Tea   Cianci,   classe 1983, che da anni vive a Roma. In una recente intervista con la redazione, Tea ci ha raccontato il suo vissuto, riportando uno sguardo disincantato e obiettivo sull’attuale mondo della ristorazione, anche esso contagiato dal digitale. Tea infatti, dopo anni passati dietro ai fornelli, ha deciso di passare sotto il vigile occhio di una videocamera, per dare inizio ad una serie di lezioni di cucina, scandite attraverso una serie di video tutorial  in cui l’utente può scegliere da quale livello partire, in base alle esperienze pregresse e agli obiettivi che intende raggiungere.

Tea, che è un vero vulcano di idee, si è anche cimentata (con risultati eccellenti) nella scrittura di un libro, che ha intitolato “The Art of Cooking- Come diventare uno Chef nella tua Cucina”, in cui incoraggia i lettori a mettersi alla prova in cucina, imparando il giusto metodo con cui realizzare gustose e appetitose ricette di tradizione. Il libro contiene ricette che attingono dalla tradizione pugliese ma non solo, e che possono essere preparate per diverse occasioni (ad esempio riunioni in famiglia o con amici).

Nata e cresciuta a Cerignola, una cittadina della provincia di Foggia, la chef pugliese ci ha raccontato come i sapori e gli odori della sua terra, siano   stati   per lei fonti di   ispirazione   durante   l’infanzia   e   l’adolescenza,   facendo   di   essi   una   sorta   di vademecum: Tea lavora le materie prime della sua terra di origine ripresentandole agli avventori in chiave moderna. Fondamentale è il rispetto per il cliente o il commensale, protagonista di una vera e propria esperienza sensitiva, compiuta attraverso i sapori che lei sceglie per esaltare i suoi piatti. Tea ci ha svelato il suo metodo: prima ancora di ideare una ricetta, immagina il piatto che servirà ai suoi ospiti, andando poi a modificare, sia nella preparazione che nell’impiattamento (anche esso importante) quelle parti ritenute superflue o poco decisive.

La nostra piacevole chiacchierata/intervista ha svelato di lei tanta determinazione e voglia di trasmettere la sua passione per i fornelli anche a chi è alle prime armi.

Un libro che parla di tradizione, ma anche di innovazione in cucina: come sei riuscita a mixare questi due elementi apparentemente in contrapposizione?

Non è stato difficile perché, come tu sai, la cucina è in continua evoluzione, quindi le nuove tecniche, i nuovi metodi di cottura li ho mixati con quelle ricette storiche che fanno parte della nostra cucina italiana, cercando però di rispettare sempre la ricetta originale e le materie prime. Questo si può fare solo se si ha una vera è propria conoscenza della materia prima, delle sue caratteristiche e del suo sapore. In tal modo, anche   cambiando   le   consistenze,   si   riesce   a   far   vivere   al   nostro   cliente, o commensale, oppure ospite una vera esperienza sensoriale, esaltando quei sapori che io stessa ho già visualizzato nella mia testa ancora prima di preparare il piatto.

Sei al tuo esordio come scrittrice, pur avendo anni di esperienza come chef alle spalle. Quali difficoltà hai incontrato nel tuo percorso di scrittura?

Difficoltà ne ho trovate più di una, perché io non sono una scrittrice. Quella maggiore tra tutte è stata riuscire a mettere per iscritto le mie emozioni, quelle che ho dentro. Quelle stesse emozioni che metto nei piatti e che cerco di far arrivare a chi poi li assapora, facendogli compiere un viaggio culinario attraverso i ricordi legati a quei sapori. Quindi ho pensato “come posso mettere per iscritto le mie emozioni”? Ho scelto di raccontarlo come se stessi parlando con mio nipote o i miei genitori, o una delle mie più care amiche, così nel modo più semplice possibile. Poi ovviamente dopo la mia prima bozza c’è stata tutta la parte della correzione e revisione del libro, che è stata affidata ad una professoressa di Italiano che ha reso leggibili tutti i miei concetti.

Cosa ne pensi dei food influencer o food blogger? Oggi conta di più saper cucinare o sapersi vendere bene?

Penso che il ruolo dei food influencer e food blogger sia utile perché comunque danno consigli su ristoranti, ricette e materie prime. L’importante però è che siano sempre oggettivi nelle loro recensioni o valutazioni, e soprattutto che siano persone che conoscono veramente il settore della ristorazione a 360°. Io credo che il saper cucinare e il “sapersi vendere” devono essere correlati tra loro: mi spiego meglio. Puoi essere il miglior chef al mondo che sa cucinare in maniera eccelsa, ma se non ha un giusto canale di comunicazione che esalti la sua persona, la sua cucina, i suoi piatti, trovo che al giorno d’oggi sia difficile differenziarsi dalla massa.

Cosa vuoi trasmettere a chi ti legge attraverso i racconti e le ricette del tuo libro?

La prima cosa è l’amore è la passione che ho per questo lavoro. E la stessa passione vorrei tirarla fuori anche nelle persone che mi leggono, e che credono di non essere capaci a cucinare o mettere in pratica determinate tecniche o metodi di cottura. Ma basta avere un metodo. Purtroppo non tutti insegnano come acquisire un metodo, e ti portano a pensare che sei tu il problema. Invece basta imparare alcuni passaggi fondamentali che poi conducono alla realizzazione dei propri piatti. Infatti, nei miei corsi online e nel mio libro The Art of Cooking, insegno proprio come diventare lo chef della propria cucina.

Essere chef è  diventata una professione di moda: alcuni di loro sono anche dei grandi comunicatori. Quanto conta il carisma in questa professione?

Beh, conta tanto. Chi ha carisma è un grande trascinatore, è una persona con un carattere forte che attrae a sé molte persone avendo il loro rispetto e la loro stima. Se uno chef ha passione, amore, umiltà,   determinazione,   carisma   e   una   buona   mano   in   cucina,   abbinata   ad   una   giusta comunicazione può riuscire ad arrivare dritto al cuore delle persone. E quando si arriva a questo allora è sicuro gente non ti lascerà più.

Cerignola odi et amo? Quanto devi alla tua città?

Io devo tantissimo al mio paese, grazie al quale apprezzo l’importanza delle materie prime. Ogni volta che scendo giù a Cerignola amo vedere i contadini che si mettono agli angoli delle strade a vendere quei prodotti che hanno raccolto la mattina stessa. Oppure mi ricordo quando ero piccola, quando   andavo   con   mio   padre   in   campagna   a   raccogliere   le   olive   e   già   nei pressi degli alberi   si  avvertiva quell’amarognolo dell’oliva e il suo sapore pungente, tanto che quando andavamo al frantoio l’odore delle olive era così forte che pizzicava le narici. Per non parlare di tutta la frutta che raccoglievo   direttamente   dagli   alberi:   ciliegie,   albicocche,   pesche,   pere,   fichi,   colombri, melograni, uva e così via. L’aver conosciuto la genuinità dei nostri prodotti come anche la burrata, taralli, i cicatelli di grano arso, la focaccia, i panzerotti, hanno fatto sì che diventassi la chef che sono oggi, che ha rispetto per le materie prime, soprattutto quelle della mia terra, cercando però di stare sempre al passo con i tempi.

Clicca su: “The Art of Cooking” della Chef Tea Cianci